“Il modello didattico Unicusano è un modello da seguire per offrire un servizio didattico eccellente.” Arriva, da oltre il confine, l’elogio alla Cusano per il know-how a sua disposizione e per come sta affrontando l’emergenza Covid-19.
Modello didattico Unicusano
Un elogio ricevuto da un’importante Università internazionale, un apprezzamento di cui l’Ateneo romano va fiero. Il modello didattico “Unicusano” diventa un modello da seguire, soprattutto per la lungimiranza, l’innovazione e la tempestività con cui ha saputo affrontare l’emergenza dettata dal Covid-19 in Italia.
In poco tempo, ancor prima del lockdown, l’Ateneo si è adoperato per garantire tutti i servizi didattici e amministrativi a distanza: esami orali e scritti in modalità online, discussione delle tesi in video conferenza, lavoro agile per i dipendenti. Obiettivi primari garantire il diritto alla salute e il diritto allo studio.
La prontezza e il sistema funzionale non sono passati inosservati: The Open University, università inglese con studenti in oltre 128 Paesi e una delle pioniere nel campo della formazione a distanza, ha elogiato proprio il know-how della Cusano.
In una email indirizzata al managing director di NCIUL, Pietro Dipalo, si elogia l’Ateneo inglese – di cui è proprietaria l’Università Niccolò Cusano – per la “strong position”, dovuta proprio all’esperienza e alle competenze dell’Ateneo romano, rispetto agli altri partner accademici. E così la OU chiede consiglio e opinioni sull’applicazione delle nuove procedure adottate dalla Cusano di Roma, procedure che permettono di sostenere gli esami a distanza anche in forma scritta; si analizza l’efficacia del modello didattico Unicusano, si indagano le eventuali problematiche sorte, il tempo di adattamento dei professori e degli studenti e i rispettivi feedback.
Ricordiamo che la NCIUL è stata validata e riconosciuta proprio da OU (The Open University) per offrire programmi e corsi di studio in UK. Un elogio all’eccellenza universitaria italiana di cui la Unicusano va doppiamente fiera.
***Articolo a cura di Michela Crisci***