Antonio Mumolo, presidente dell’associazione Avvocato di strada, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Riguardo le multe ai senzatetto per la violazione dell’articolo 650 del Codice penale, non avendo rispettato l’obbligo di restare in casa per contenere la diffusione del coronavirus
“Quando hanno scritto il decreto non hanno pensato ai 50mila persone che vivono in strada e un tetto non ce l’hanno -ha affermato Mumolo-. Se queste persone vengono fermate in strada non solo vengono multate, ma vengono anche denunciate e rischiano fino a 3 mesi di carcere. E’ come se un carabiniere fermasse una persona e gli dicesse: adesso solleva questo masso di 3 tonnellate e dato che non ce la fa a sollevarlo lo denuncia. Ovviamente abbiamo posto questo problema alla presidenza del Consiglio. Bisognerebbe fare tamponi ai senzatetto. Il problema di queste persone è anche non essere monitorate dal punto di vista sanitario perchè non avendo la residenza non hanno un medico di base e nessuna copertura sanitaria. Hanno diritto solo alle prestazioni di pronto soccorso e tra l’altro oggi neanche ci si può andare al pronto soccorso se si sta male. Forse adesso, almeno per una questione di utilità sociale, possiamo sperare che a queste persone venga data almeno una copertura sanitaria. Il diritto alla salute non è solo individuale ma anche collettivo. Dopo i nostri primi appelli mi sembra che i sindaci si stiano muovendo. Abbiamo chiesto al governo di mandare circolare a prefetti e questori per dire di non denunciare senzatetto che stanno in strada. Poi abbiamo chiesto di fornire un tetto a queste persone finchè non finisce questa emergenza. Poi chiediamo che gli diano il diritto alla salute, concedendogli una residenza per avere un medico di base. Questa è una bomba sanitaria che abbiamo sempre avuto, ora è il momento di risolverla. Adesso stiamo imparando che ci si salva solamente insieme e bisogna trovare anche una soluzione per gli ultimi”.
Sui cittadini denunciati per spesa esigua
“Sono perplesso. E’ lecito uscire da casa per fare la spesa. E’ chiaro che bisognerebbe cercare di minimizzare le uscite, ma che chi venga fermato debba anche essere perquisito o che gli venga contestato la spesa sia esigua mi pare eccessivo. Certo, bisogna verificare che quella persona sia effettivamente uscita per fare la spesa e non sia una scusa”.