Matthaus il mediano per eccellenza, Campione d’Europa a soli 19 anni poi Vice-Campione e Campione del Mondo dal 1986 al 1990
E’ stato uno dei centrocampisti centrali più forti d’ogni tempo: muscolare e dotato di un grandissimo senso della posizione. Efficace nel calcio piazzato potente quanto nella precisione e nel tiro in corsa. Giocatore completo come pochi se ne sono visti al mondo
E’ stato uno dei più forti e consistenti centrocampisti centrali nella storia del Calcio tedesco, italiano e mondiale. Oggi festeggia il suo cinquantanovesimo compleanno.
Lothar Herbert Matthaus da calciatore ha bruciato presto le tappe, il giovanotto nato a Erlangen il 21 marzo del 1961. Infatti a Roma nel 1980 ha vinto il Campionato d’Europa per Nazioni con l’allora Germania Ovest capace di superare per due reti a una il Belgio, che in quegli anni nel Vecchio Continente era un pericolo per tutte le altre, e l’Italia ne seppe qualcosa.
Di lì a 10 anni sarebbe tornato nella Città Eterna per superare Maradona e l’Argentina campioni in carica nella finale del Campionato del Mondo.
Nella Serie A tedesca ha disputato 5 tornei con il Borussia Moenchengladbach, poi è passato al Bayern Monaco: con la formazione bavarese ha vinto in quattro anni tre campionati, una coppa nazionale e una Supercoppa di Germania. Nel 1988 Matthaus passa all’Inter vincendo nel 1989 lo scudetto con Trapattoni allenatore. Quella squadra neroazzurra ha vinto anche una Supercoppa italiana e la Coppa Uefa dando una credibilità internazionale al forte giocatore tedesco.
Tatticamente parlando è stato un giocatore bravo tanto in fase di impostazione quanto di interdizione. Atleta coriaceo nel carattere e muscolare nel suo incedere, ha unito al suo evidente senso della posizione una ottima confidenza tecnica con il pallone. Sapendo anche mettere in pratica la parabola del tiro forte e teso, tanto sui calci piazzati quanto nelle conclusioni in corsa.
Tutto questo in quattro stagioni. Poi il ritorno al Bayern con altri 4 campionati tedeschi vinti, due Coppe di Germania e tre Coppe di Lega, oltre a una Coppa Uefa. Probabilmente i suoi due più grandi rimpianti sono stati la finale persa in Messico con la Nazionale contro l’Argentina dopo averle rimontato due reti di divario.
E la celebre finale di Coppa dei Campioni tra Bayern e Manchester United diretta dal nostro fischietto Pierluigi Collina. Nella quale, una volta uscito dal campo in maniera troppo frettolosa, la squadra di Ferguson diede vita alla più grande beffa, per il Calcio di Germania, in tre minuti di orologio.
Con la casacca della nazionale ha giocato 150 volte, un record, per il football teutonico, mettendo in rete 23 volte la palla.
Il record assoluto ce l’ha per i Campionati del Mondo giocati, dal 1982 al 1998, in 5 edizioni, e a 4 competizioni europee per squadre nazionali.
Individualmente Matthaus ha vinto il Pallone d’Oro nel 1990, dopo aver conquistato il Mondiale giocato in Italia, e nel 1991 è stato votato quale miglior giocatore dell’anno per la FIFA.
Nel 2004 è stato inserito tra i 125 giocatori viventi più forti in una lista di eletti scritta da PELE’ per il centenario della federazione mondiale del Calcio.
Da tecnico avrebbe conquistato un titolo nazionale serbo-montenegrino con il Partizan. E uno in Austria con il Salisburgo, cosa che lo accomuna all’antico maestro Trap, del quale era il secondo.
Ha riscosso l’ampia fiducia della UEFA che nel marzo del 2019 lo fa ambasciatore del Calcio.
Da ricordare che nel giugno del 2001 Matthaus fu insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito bavarese.