Serse Coppi, un dolore mondiale, come accadde 15 anni prima a Gino Bartali: era il fratello di Fausto il Campionissimo
La parabola del meno celebre fratello di Fausto, scivolato e caduto come capitò al fratello di Ginettaccio, scomparso nel 1936 vicino Firenze
Serse Coppi è stato un ciclista professionistico su strada, fratello del celeberrimo Fausto, il secondo Campionissimo nella storia delle due ruote a muscoli italiane e mondiali. Il primo fu Costante Girardengo, poi quel nome così importante fu assegnato all’illustre familiare di Serse. Il quale vinse nel 1946 a pari merito con André Mahé.
Serse nacque a Castellania oggi Castellania Coppi, il 19 marzo del 1923.
Il cammino agonistico iniziò con Fausto di cui fu gregario nell’immediato dopoguerra nella squadra Bianchi. Serse esordì come professionista nel 1945 con due vittorie e alcuni piazzamenti, tra cui una 8° posizione finale alla Milano-Torino, un 4° posto nella Coppa Bernocchi. E fu 3° nel Giro dell’Emilia, a parte il 24° posto in classifica al Giro d’Italia, vinto da Ginettaccio Bartali.
Nel 1946 il Coppi meno conosciuto si ruppe una gamba nella VII tappa del Giro d’Italia. Tornò a gareggiare al Trofeo Baracchi l’anno dopo e nel 1949, anno tristissimo, per la perdita collettiva del Grande Torino di Calcio, riuscì a raccogliere alcuni piazzamenti in diverse competizioni italiane; e fu tra i migliori italiani nella Freccia Vallone.
Fu la stessa stagione che vide Serse Coppi vincere in una cosa rara, a concretizzarsi, nel Ciclismo Professionisti su Strada. Arrivò primo ex-aequo nella Parigi-Roubaix. Ma non arrivarono sullo stesso centimetro. Fu un episodio controverso, sul piano della giurisprudenza sportiva internazionale. Il terzetto di testa vide arrivare 1° André Mahé: Serse vinse la volata degli inseguitori ma chiese la squalifica del gruppo dei primi 3, che entrarono da una parte secondaria del Vélodrome e Roubaix.
L’Unione Ciclistica Internazionale si pronunciò parecchi mesi dopo assegnando a entrambi la vittoria.
Il 29 giugno del 1951, al Giro del Piemonte, Serse durante la volata finale prese con la bicicletta un binario del tram; cadde e sbatté la testa in terra, a Corso Casale, in Torino. Lì per lì non ci furono danni visibili ma, al rientro in albergo, le condizioni di Serse peggiorarono e venne colpito da emorragia cerebrale.
Serse morì a soli 28 anni, come capitò anche a Giulio Bartali, fratello di Gino, 15 anni prima, nel 1936, durante una gara, anche in quel caso, tra dilettanti, vicino a Firenze.
Coppi riposa accanto a Fausto, nel paese, unico al mondo, che ha messo di fianco al nome originale, Castellania, il cognome della famiglia.