Giampaolo Duregon (Ass. Nazionale impianti sport e fitness) è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Si pensa ai grandi eventi, ma non si è posta l’attenzione sugli impianti sportivi grandi e piccoli e ai suoi atleti professionisti e non

“In italia ci sono 100mila strutture sportive in cui vanno a fare sport 20 milioni atleti ma le quelle principali sono circa 10mila che danno lavoro a circa 1 milione di persone, che in questo momento sono tutti a casa. Si va a creare quindi un problema sociale risolto solo dall’essere tutti coesi per la crisi Coronavirus che sta colpendo il nostro Paese”.

Quali sono le vostre contromisure per la sanificazione ad esempio o comunque per rendere regolare il tutto

“Questo decreto dovrebbe aver accettato degli emendamenti che ho presentato con l’associazione che riguardano soprattutto gli addetti ai lavori. Magari degli ammortizzatori sociali per le persone che lavorano. In secondo luogo avere delle dilazioni e scivoli sui pagamenti delle tasse e bollette e infine un aiuto per poter riprendere dopo questa crisi”.

Un aspetto che tocca tutti, ovvero le quote o gli abbonamenti mensili o annuali che paghiamo

“Dal punto di vista legale ci sono varie ipotesi perché comunque ci sono cause di forza maggiore. Noi abbiamo scritto ai nostri frequentatori che potranno recuperare i giorni di chiusura facendo scivolare in avanti il loro abbonamento così da non perdere nulla a livello economico. Sicuramente è un peso per noi però va fatto, le faccio questo esempio, un centro sportivo resiste due settime circa senza entrate per poter pagare le persone e i consumi però riteniamo che sia corretto nei confronti di chi frequenta il centro e speriamo che i sussidi ci aiutino”.

Dal punto di vista logistico che differenza c’è tra le varie strutture come palestre, frequentate tutti i giorni e i palazzetti che vengono occupati magari nel weekend

“Noi come sa i primi tempi, anche sottovalutando la cosa, abbiamo cercato di tenere aperte le strutture magari mantenendo le distanze o giocando a porte chiuse. Però poi se bisogna stare a due metri di distanza risulta difficile per cui il presidente del consiglio e di regione hanno chiuso tutto”.

Voi come associazione avrete un dialogo con i vari ministeri come ad esempio quello dell’economia e dello sport

“Noi abbiamo iniziato i dialoghi prima della crisi per quanto riguarda le associazioni sportive dilettantistiche, perché non fanno dividendi e devono reinvestire gli introiti. Però purtroppo non vengono rispettate queste regole soprattutto da chi controlla. Abbiamo ora però aperto un dialogo più forte per quanto riguarda i sussidi e devo dire che ora c’è un buon dialogo dopo anni di silenzi visto anche la creazione del dipartimento sport e salute staccato dal CONI che si occuperà delle olimpiadi. Volevo aggiungere un’ultima cosa, stiamo organizzando delle lezioni telematiche anche ispirandoci a voi università Niccolò Cusano, i nostri iscritti riceveranno dei programmi per allenarsi anche nei parchi visto che si può andare a fare una passeggiata o degli esercizi sempre chiaramente a distanza”.