Enrico Porro esempio di coraggio e di determinazione

Medaglia d’oro nella Lotta greco-romana alle Olimpiadi di Londra nel 1908

Non ebbe paura dei giganti provenienti da Svezia e Russia: li batté tutti

 

Enrico Porro è stato uno dei primi atleti azzurri capaci di vincere una medaglia d’oro in una sede olimpica. E’ accaduto in occasioni dei quarti Giochi Olimpici, nel 1908 a Londra. E’ accaduto nella Lotta greco-romana, nella categoria dei Pesi Leggeri (entro i 66 kg e 600 grammi).

Nato a Lodi il 16 gennaio 1885 da genitori di Cuvio (Varese) che provenivano da una antica casata di Comacchio. Da ragazzino i genitori spedivano Enrico in vacanza in Svizzera e il cugino Stefano Enrico Porro, da tipografo, è chiamato a dirigere il più importante quotidiano, lo Zürich.

Con un carattere difficile e irascibile, Enrico divenne rissoso e la madre lo imbarcò come lavorante sulle navi per l’Argentina, più precisamente Buenos Aires. Si fece le ossa e il carattere per poi andare dal cugino, in terra elvetica, ma discusse con la moglie e tornò a Milano.

Dove si è specializzato nella Lotta greco-romana e a Legnano, con poco più di 150 centimetri a disposizione, ma muscoloso, vince il torneo. La Gazzetta dello Sport scrisse di un ragazzo di 17 anni capace di mettere giù gli uomini. Aveva ottenuto l’attenzione degli addetti ai lavori con la tecnica “souplesse”, che consisteva nello sfruttare la forza dell’avversario per prenderlo di soprassalto, in contrattacco.

Venne chiamato al militare il che non gli permise nel 1904, di andare alle Olimpiadi statunitensi di Saint Louis. Ma venne scelto dalla Marina, dove la leva durava addirittura 5 anni, e andò a lavorare sul cacciatorpediniere “Castelfidardo”.

Enrico Porro pesava 60 kilogrammi ma doveva combattere contro avversari ben più grossi, fino a 68. Questo non gli sbarra la strada verso il suo primo succsso assoluto, il titolo italiano che ottiene a soli 20 anni, nel 1905. Non è finita perché prima che termini la stagione sportiva, conquista anche il titolo europeo.

Con la conferma della bontà atletica e tecnica espresse arrivò a ottenere, solo pochi giorni prima di partire, una licenza dalla Marina Militare, che gli permise di andare a misurarsi nel 1908 alle Olimpiadi. Una grande occasione, per mostrare passione e talento, del giovanotto di Lodi Vecchio.

Da ricordare che le IV Olimpiadi erano state affidate all’Italia che le rifiutò per i troppi impegni richiesti nella fase organizzativa. Si va in terra inglese. Il primo combattimento…non si verifica: passa il turno, come avviene con l’ungherese Jozsef Téger, che non attaccava mai. L’italiano fece i conti anche con l’ostilità degli arbitri.

Il terzo turno vide Porro superare il più grande (fisicamente) svedese Fustaf Malmstrom. Battendolo il nostro rappresentante riuscì a portare dalla sua parte il pubblico della capitale inglese.

Nell’incontro successivo, la semifinale, vide l’azzurro esposto contro Axel Persson, altro svedese. Vinse ancora ma la divisa ovvero il costume si ruppe in tanti pezzi. Un finlandese gli permise di averne una, sebbene più grande di netto, ma Porro combatté per la medaglia d’oro, ottenendola, contro il russo Nikoalv Orlov, che pesava 7 kilogrammi in più.

Il 25 luglio 1908 questo giovanotto un tempo ingestibile sul piano della disciplina e del carattere, vinse dopo due riprese da 15 minuti e una terza, supplementare, di altri 20 giri di orologio. Perché i giudici non erano convinti della superiorità del lottatore italiano.

Gli sportivi presenti applaudirono a lungo l’italiano, premiato dalla Regina Alessandra di Danimarca. Fu la prima medaglia d’oro per le federazioni sportive italiane. Il giorno dopo vinse un altro oro Alberto Braglia, ginnasta, che nella sua storia agonistica ha saputo conquistare, complessivamente, tre medaglie oro, in due Olimpiadi.

Enrico Porro tornò a La Spezia per finire i cinque anni della leva militare. Giunse in treno e l’Ammiraglio Lucifero pensò a una visita del Re Vittorio Emanuele III, visto il folto pubblico che si presentò ad applaudirlo per il primo posto ottenuto a Londra.

Vinse il titolo italiano ancora una volta, nei Pesi Leggeri, sia nel 1909 che nel 1910, con i colori della Pro Patria di Milano. Ma non poté partecipare alle successive Olimpiadi, a Stoccolma, nel 1912, per un incidente a una mano, ustionata.

Partì militare per la prima guerra mondiale poi andò a vincere il titolo italiano nei Pesi Galli, categoria inferiore di peso organizzata per chi non riusciva ad arrivare ai chilogrammi dei Leggeri.

Porro con il passare degli anni era diventato un esempio e un maestro di lotta. La federazione italiana lo invitò e poi di fatto lo obbligò ad andare alle Olimpiadi nel 1920 ad Anversa e nel 1924 a Parigi. Ma gli anni erano trascorsi e la tecnica nella lotta era cambiata.

Purtroppo li ultimi atti lo videro sotto la tortura di una atrofia muscolare, che resero complicato l’arrivare a 82 anni. Visse molto ma gli ultimi tempi senza essere autosufficiente.

Scomparve il 14 marzo del 1967 e alle esequie c’erano tanti lottatori, ex atleti, dirigenti federali e del CONI. E’ stato un esempio per diverse generazioni e merita menzione perché tra i primissimi atleti d’Italia a restare nella memoria di tutto il mondo dello Sport. E di tutto il mondo.