Bruno ce n’è uno e viene da Nettuno. Conti, una traccia, nel Baseball: poi Campione del Mondo e d’Italia con la Roma

Uno dei più forti esterni offensivi nella storia del Calcio di casa nostra e del mondo compie gli anni, 65. I suoi passaggi hanno mandato in porta Rossi, Tardelli e Cabrini nelle partite decisive del Mundial di Spagna

 

Di Bruno ce n’è uno e viene da Nettuno. Nella eterna sfida campanilistica e cittadina tra tifosi della Associazione Sportiva Roma e la concittadina e corregionale Lazio il riferimento è doppio. Uno teso a incensare una delle ali più forti nella storia del Calcio mondiale, di sicuro di quello italiano. Dall’altra nella contrapposizione del periodo degli Anni 80 più che degli Anni 70, tra il Bruno giallorosso, appunto Conti, e quello biancoceleste, Giordano, comunque grande realizzatore che avrebbe contribuito a far vincere al Napoli il primo scudetto della parabola partenopea.

Mentre il “piccoletto” che viene dal Mar Tirreno a Sud della Città Eterna è stato persino determinante, nel successo più importante dell’era moderna del nostro football. Quello conseguito dall’Italia l’11 luglio del 1982 con il terzo titolo iridato dei 4 vinti.

Oggi Bruno fa 65 anni, e tutto il Calcio deve parecchio alla sua velocità, alla sua tecnica, al suo estro, tanto che un grande allenatore del Settore Giovanile della A.S. Roma, Orlando Di Nitto, suggerì al Barone, Nils Liedholm, di “portare subito, di sopra, in prima squadra, “quei 2”, e di non farli stare troppo tra gli Allievi Nazionali e la Primavera”. Il romano di Via Teano, Di Nitto, allenava proprio i 16enni e i 17enni, di quella nidiata. “Quei 2” erano Agostino Di Bartolomei e Bruno Conti. Ci vide lungo, l’allenatore che aveva portato in zona-podio il Frosinone prendendolo in Serie C nelle ultime posizioni, e che avrebbe portato il Villalba dalla Promozione laziale in Interregionale.

E pensare che da ragazzino Bruno giocava a Baseball, una disciplina che a Nettuno è in pratica un caposaldo storico, una sorta di religione; infatti la società del diamante ha vinto più titoli di tutti, in Italia. Il futuro Campione del Mondo di Calcio ha giocato brevemente con una sola apparizione nella Serie A di Baseball nel 1969. Ma avrebbe preso, per sua fortuna e quella dei tifosi della Roma, una differente strada.

Bruno Conti ha giocato tutta la vita con la Roma a parte due tornei di Serie B con il Genoa. Ed è stato un interessante percorso agonistico, dalle giovanili alla massima divisione del Calcio professionistico, tra il 1973 e il 1991.

Bruno Conti ha guidato la Roma in cima al Calcio italiano, con il suo storico capitano giallorosso e altri compagni sul piano balistico, tattico e tecnico, di altissimo livello. Secondo posto nel 1982 e scudetto nel 1983.

Ma soprattutto il Campionato del Mondo conquistato dagli azzurri guidati dal friulano Enzo Bearzot al Santiago Bernabeu dopo una prima fase decisamente mediocre. Dalla quale l’Italia è andata avanti con tre pareggi e per la sola differenza-reti. Prima di superare Argentina, Brasile e Polonia, e, nell’ultimo atto, la Germania Ovest. Da rilevare che Bruno Conti è entrato in tutte le giocate decisive di queste gare dando un immenso contributo tecnico e di rifinitura.

Nel cammino successivo le vicende del campo lo hanno visto dirigente responsabile del vivaio e delle scuole calcio di Trigoria e anche allenatore, in un delicatissimo passaggio nella storia della squadra di Serie A.

Nella Roma ha giocato 16 campionati con 35 gol. Lo scudetto del 1983 fu il secondo, di 3, nella storia della società di Dino Viola. La quale avrebbe vinto il terzo con Franco Sensi massimo dirigente. Di quella squadra hanno fatto parte gregari utilissimi dal buon senso della posizione. A cominciare da Franco Tancredi, uno dei meno alti ma più reattivi portieri, nella storia del Calcio italiano, Sebino Nela, Pietro Vierchowood, talenti assoluti di tattica quali Agostino Di Bartolomei e Falcao e Ancelotti, e dei bravi attaccanti quali Roberto Pruzzo e Maurizio Iorio.

Quella compagine avrebbe raggiunto la prima e unica finale di Coppa dei Campioni, nella storia della Roma. Ma quella sera Bruno da Nettuno, purtroppo, sbagliò il secondo tiro di rigore contro il Liverpool, che, sciupando il primo con Nichol, si aggiudicò quel trofeo, allo stadio Olimpico di Roma. Occasione irripetibile e sfumata, e probabilmente, la più grande amarezza, nella carriera di Conti come di tutti i suoi compagni di avventura.

Con la maglia della “Magica” Bruno ha vinto 5 Coppe Iatalia, tra l’80 e il 1991, in 11 anni, in sostanza, con cifre enormi.

Bruno da allenatore del club giallorosso avrebbe guidato gli Esordienti nel 1991-92. L’anno dopo fu “promosso” a gestire i Giovanissimi Nazionali, fino a gestire, in un momento molto complicato, la prima squadra, nel 2005.

Alla partita di celebrazione della carriera, 23 maggio 1991, sono intervenuti 80000 spettatori, tantissimi, per dire “GRAZIE” a uno dei più grandi talenti espressi dal nostro Calcio.

Bruno Conti è Collare d’Oro al Merito Sportivo, massima riconoscenza, per uno sportivo. E’ accaduto di recente, il 19 dicembre 2017.