Louis Bobet, gigante in mezzo i giganti, nell’era di Bartali, Coppi, Magni e Koblet

Bretone come il più famoso successore di quelli del suo periodo sportivo, tale Bernard Hinault, che eguagliò negli Anni ’80 i più forti del suo periodo oltre Anquetil che fu lo spartiacque dell’epopea Bartali-Coppi

 

Nella storia del Ciclismo su Strada una delle figure più affascinanti per il suo talento e il coraggio è quella di Louis Bobet, francese di Saint-Méen-le-Grand dove nasce il 12 marzo 1925. E’ stato professionista dall’immediato dopoguerra, 1946, al 1962. Sedici anni molto intensi, sulle strade di tutta Europa e di tutto il mondo. Il buon “Louison” ha vinto un campionato iridato e tre Tour de France e diverse classiche tra le più importanti in senso assoluto. Tra queste la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix, che restano punti nevralgici, nella carriera di qualsiasi corridore.

Al terzo anno di attività, siamo nel 1948, stagione in cui Bobet, sulle strade di casa, vinse una tappa al Tour e per ben nove giorni, ha vestito la maglia gialla, prima di essere superato da una pregiata prova di Ginettaccio Bartali.

Come tanti campioni di quel periodo Bobet intuì il grande sbocco dei nascenti mezzi di diffusione di massa quali, in primis, la televisione. Il francese partecipò, con il toscano inserito nel Muro dei Giusti in Israele, con il Campionissimo, Fausto Coppi, con Fiorenzo Magni, alla pellicola “Totò al Giro d’Italia”. Ancora oggi è uno dei telefilm più visti e apprezzati, anche dalle generazioni successive quella del periodo post-bellico.

Il ciclista transalpino ebbe la pazienza di saper attendere il 1950 quando ottenne, con autorità, la maglia a pois, quella di migliore scalatore. Eppure lui non era un uomo di montagna puro, ma si sapeva adattare. Vinse la graduatoria di migliore scalatore al Giro d’Italia nel 1951. Anno in cui si seppe aggiudicare la Milano-Sanremo, classica per eccellenza, e il prestigioso Giro di Lombardia. Nel 1952 Bobet di aggiudica la Parigi-Nizza, che in Francia ha una discreta tradizione, e il Grand Prix des Nations.

Di lì in poi si seppe amministrare alla grande, sul piano fisico, al punto da vincere tre volte di fila il Tour de France, dal 1953 al 1955.

In mezzo la “corsa di un giorno”, il Campionato del Mondo del 1954, che coronò 8 anni di grandi sacrifici e di grinta e fame di vittorie. In un periodo che era storicamente il decennio successivo il secondo conflitto mondiale.

Tra le corse più dure del mondo Bobet, a un anno dalla conquista della maglia iridata, vince il Giro delle Fiandre del 1955 e la Parigi-Roubaix del 1956.

Bobet, apprezzato anche per i suoi commenti misurati, precisi e schietti, avrebbe lanciato una linea di biciclette da corsa.

Scomparve il 13 marzo del 1983 a Biarritz, giovanissimo, il giorno dopo il cinquantottesimo compleanno a Biarritz, in una zona di montagna. Lui, immenso per capacità tattica di leggere le corse a tappe, che non era, un uomo da grandissime altezze. Visto che quella cittadina fa parte dell’area pirenaica dal lato atlantico.

“Louison” Bobet, stimato e, perché no?, applaudito e amato anche nelle terre straniere per quel grande talento che è stato, riposa nel cimitero del paese natio, Saint-Méen-Le-Grand.

Nel 1995 la RAI ha prodotta una apprezzatissima serie televisiva sulla vita di Fausto Coppi nella quale Louis è stato interpretato dall’efficace Arnaud Arbessier. Dopo altri 11 anni l’Ente RadioTelevisivo di Stato ha voluto omaggiare l’amico-rivale Bartali, e Bobet questa volta era impersonato da Pierre Lucat.

Non a tanti, è riuscita la grande impresa di vincere 3 Giri di Francia, e per giunta consecutivi. Bobet è giusto considerarlo tra i più grandi di sempre. Non solo perché, per esempio rispetto a Gino Bartali, ha vinto anche la più celebre, tra “le corse di un giorno”. Il Campionato del Mondo!