Auguri a Merzario, che oggi fa 77 anni. Ha corso fino a quasi 60!
Per tanti anni lui e Andrea De Adamich sono stati gli ultimi italiani a guidare una Ferrari: con la “Rossa” arrivò 12° in uno dei due anni a Maranello
Arturo Francesco Merziario è un pilota automobilistico che ha corso in tutte le categorie arrivando fino alla Formula1. Tanto che è stato colui il quale salvò la vita a Niki Lauda nello storico incidente del ferrarista austriaco al Nurburgring.
Nato a Civenna l’11 marzo 1943 comincia a 19 anni a frequentare il mondo motoristico, con l’Alfa Romeo Giulietta Spider del padre, impegnandosi nella Coppa Fisa: arriva 8° a Monza. Il fondatore del Jolly Club, Mario Angiolini, gli offre un contratto per un rally in Sardegna che fa suo, con una nuova Giulietta SZ.
L’anno dopo prendo una Fiat Abarth 1000 e nel 1964 accarezza il titolo italiano nel settore delle vetture Turismo. Nel 1967 passa da collaudatore a pilota ufficiale. Nel 1968 Merzario vinse il Campionato Italiano delle Montagne guidando la “barchetta” 1000 SP. Vince anche nel 1969 al Circuito del Mugello con una Abarth 2000 e qui convinse parecchi addetti ai lavori. Tanto che arrivò 2° nel Campionato Europeo della Montagna e 1° nella Categoria Sport. L’anno dopo si ripete al Mugello, sempre su Abarth.
La Ferrari lo prende e gli consegna una 512S per il Campionato del Mondo Marche. Nel 1971 si aggiudica la Coppa Shell Interserie di Imola e il Trofeo Giunti a Vallelunga, alle porte di Roma. Nel 1972 vince in coppia con Sandro Munari su Ferrari la prestigiosa Targa Florio e, in duo con Brian Redman, la 1000 km di Spa (Belgio). Per gli altri piazzamenti e posizioni sul podio arriva a vincere il Mondiale Marche, e per la Ferrari è una grandissima soddisfazione. Prima che la stagione chiuda è 1° alla 500 km. di Imola e in coppia con Clay Regazzoni, conquista la 9 Ore di Kyalami, in Sudafrica.
Primeggia in Europa anche nel Campionato Sport 2000 su Osella che monta motore Abarth. La stagione successiva fu anonima ma nel 1974 la Ferrari consegna al pilota Merzario la possibilità di guidare dei prototipi, oltre a qualche apparizione in Formula1, che spartì con la Williams che lo prese per un limitato periodo. Nel 1975 guida una Alfa Romeo 33 e vince il Mondiale Marche arrivando 1° sui traguardi di Dijon, Monza, Enna e al Nurburgring. Si aggiudica per la seconda volta la Targa Floria, questa volta insieme a Nino Vaccarella.
Nel 1976 Merziario visse la sua chance mondiale in Formula1 con una March 761 che montava motore Williams. Nel Gran Premio di Germania salvò la vita a Niki Lauda fermandosi nella Ferrari in fiamme assieme a Ertl, Lunger e Edwards. Un episodio che ancora oggi viene trattato con il giusto tatto dai testimoni di allora, che segnò in parte il percorso umano e agonistico di un fin troppo coraggioso Lauda, che tornò presto, a gareggiare, a poche settimane da un viso sfigurato.
Nel 1977 pagò cara una caduta patita con gli sci e non prese parte dall’inizio al Mondiale di Formula1; inizò dopo con una March, ma senza sorte e puntualità. L’anno dopo provò da costruttore ma provando a lottare per le qualificazioni in ogni gara. Nel 1979 i risultati non arrivarono perché la massima categoria motoristica meglio pubblicizzata nel mondo stava cambiando, cercando un livello sempre più potente e organizzato. Nel 1980 Merzario si iscrive ma non partecipa, alla F1 preferendo la Formula 2 con la Bmw modello A4. E lui in prima persone disputò il Campionato Europeo. Nei due anni dopo i piloti Necchi e Gartner il Team Merzario arrivò diverse volte a punti e a podio.
Nel 1983 Merzario diede la macchina al francese Dallest, e partecipò al Campionato Italiano di Formula3, e in un gran premio proprio il titolare e pilota torna in sella alla guida di una monoposto. A metà dell’84 i mezzi economici non bastarono e il pilota fu costretto a riprendere in mano il volante al posto del costruttore. Tanto che nel 1985 Merzario avrebbe vinto il Campionato Italiano Prototipi con una Lucchini. Nel 1986 costruì con un telaio proprio della Lucchini, sei biposto con un motore Alfa Romeo, mettendosi in gioco fino al 1990. Nel 1991, purtroppo, Arturio ebbe l’incidente più grave della carriera a Magione con diverse fratture alle gambe. Torno solo a ottobre nella 6 Ore di Vallelunga dove riuscì a giungere 2°.
Nel 1995 un Merzario che ha 52 anni rientra nelle gare internazionali su precisa richiesta della Maserati. L’esperto pilota corre al Trofeo Ghibli Open Cup e contese la vittoria a Denny Zardo. Nei due anni successivi, 1996 e 1997, fu collaudatore e pilota della Centenari-Alfa Romeo e vinse la categoria International Sport Racing Series. Stessa categoria che nel 1999 lo vide vincere su una macchina affidatagli dal costruttore Tampolli, sia a Monza che a Spa. Nel 2000 Merzario passò al Gran Turismo su Ferrari e Porsche vincendo bene alcune gare.
Nella sua carriera Merzario ha ottenuto il Casco di Bronzo dalla rivista Autosprint nel 1968, il Premio per la Combattività al Gran Premio d’Inghilterra nel 1972. Il premio più importante lo ottiene CSAI (Commissione Sportiva Automobilistica Italiana) nel Campionato Italiano Assoluto di Velocità sia nel 1973 che nel 1975. Altri premi di questo caparbio pilota sono stati quello dell’Autosprint Slot Club Genova nel 1976, il Premio Speciale della Scuderia del Lario. E’ stato poi nominato Presidente Onorario della Scuderia del Portello del 2010, quindi ha ottenuto il Premio degli Automobilisti dall’ACI di Perugia nel 2013.