La pm di Cassino, Beatrice Siravo, ha chiesto il rinvio a giudizio per i cinque indagati per l’omicidio di Serena Mollicone, la diciottenne di Arce, in provincia di Frosinone, uccisa nel giugno del 2001. Il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco e il maresciallo Vincenzo Quatrale, sono accusati di concorso nell’omicidio. Quatrale, inoltre, è accusato anche di istigazione al suicidio di un altro collega, il brigadiere Santino Tuzi, mentre Francesco Suprano deve difendersi dall’accusa di favoreggiamento.
Maria Tuzi a Radio Cusano
La vicenda è stata nuovamente approfondita su Radio Cusano Campus, a “La Storia Oscura”. Al microfono di Fabio Camillacci, Maria Tuzi, la figlia di Santino Tuzi ha dichiarato: “Sono felice di come stanno andando le cose perché le dichiarazioni fatte da mio padre prima del suo strano suicidio sono state ritenute valide dai giudici in vista di un’eventuale processo ai 5 indagati. Non a caso furono proprio le dichiarazioni fatte da papà a dare una svolta al giallo dell’omicidio di Serena Mollicone: mio padre infatti disse che il primo giugno 2001, il giorno della scomparsa di Serena, essendo in servizio quel giorno, aveva visto entrare Serena nella caserma dei carabinieri di Arce e non l’aveva più vista uscire. Purtroppo fu ritrovato morto, strana coincidenza, proprio qualche giorno prima di avere un confronto in Procura a Cassino con il maresciallo Mottola suo superiore. Tutto questo inoltre rappresenta anche una conferma di quello che io ho sempre detto in merito a mio padre e ai suoi comportamenti prima della morte. Cioè, che era una persona felice, che non era in cura per depressione, non prendeva farmaci e aveva voglia di vivere per godersi il nipotino che stava per nascere. Niente lasciava pensare a quello che poi è successo; mio padre non aspettava altro che diventare nonno, quindi non aveva nessun motivo di suicidarsi volontariamente. Pertanto, anche se qualcuno ha provato a infangare la memoria di Santino Tuzi, non ci è riuscito”. Poi Maria Tuzi ha lanciato un appello: “Dai microfoni di Radio Cusano Campus voglio ribadire un accorato appello, chi sa parli! Voglio dare coraggio a tante altre persone che sicuramente sanno come andarono le cose sia per la morte di Serena Mollicone che per quella di mio padre. E sono convinta che se sono in ascolto queste persone sanno che sto parlando di loro; persone che sanno veramente tutto sull’omicidio di Serena e sullo strano suicidio di mio padre. Non abbiate paura perché ormai siamo vicini alla verità. Lo ripeto, chi sa parli! Perchè chi sa ci può aiutare molto nelle prossime udienze e in caso di processo ai 5 indagati; e perchè è giusto che sia Serena Mollicone che Santino Tuzi abbiano giustizia!”.