Maurizio Stecca due volte in cima al mondo e tra i più amati pugili dagli italiani: coraggio, grinta, tecnica, sacrificio, orgoglio
Il romagnolo ha concluso il percorso agonistico da Campione d’Italia come meglio non avrebbe potuto, dopo aver conquistato l’oro olimpico a Los Angeles contro una folta schiera di concorrenti e avversari
E’ stato uno dei pugili “in miniatura” più amati dal popolo italiano, per il coraggio, la grinta, la tenacia e anche la tecnica dimostrati sui quadrati di tutto il mondo. E oggi compie gli anni, 57. Stiamo parlando di Maurizio Stecca, nato a Santarcangelo di Romagna nel 1963. E’ stato campione italiano ed europeo dei Pesi Piuma ed è stato per due volte il Campione del Mondo per la World Boxing Organisation (WBO): la prima dal 28 gennaio del 1989 all’11 novembre dello stesso anno. L’altra dal 26 gennaio 1991 al 16 maggio 1992, per quasi un anno e mezzo.
Maurizio e Loris Stecca sono due fratelli che, cosa rara ad accadere nella stessa famiglia, hanno conquistato la corona iridata: infatti Loris l’ha ottenuta per la W.B.A., in un pugilato che ha sempre avuto delle distinzioni relative alle istituzioni sportive, almeno tre o quattro, capaci di organizzare titoli separati nelle differenti categorie di peso al netto di qualche storica riunificazione degli scettri mondiali.
La strada sportiva di Maurizio comincia nel gennaio 1978 con la Polisportiva Libertas Rimini dove trova il suo storico maestro, Elio Ghelfi, che ne intuisce ogni singola qualità. Tanto che il 14 aprile ottiene il titolo di Campione Interregionale e, a soli 15 anni, categoria Minimosca, supera a Termoli Strizzi vincendo il titolo italiano! In un solo anno solare fa 7 incontri, ne vince 6 e passa alla categoria dilettanstica. Conquista il 1° dicembre 1979 il titolo italiano contro La Serra, ribadisce la superiorità nazionale contro Giuseppe Contu il 15 novembre 1980 a Terracina ed è pronto al salto di qualità. Vince il campionato europeo nel settembre del 1982 contro il russo Oleg Kulagin, il mondiale militare a dicembre ad Algeri contro Anabahi e la Coppa del Mondo a Roma il 22 ottobre 1983 contro Terapon.
Maurizio Stecca brucia le tappe perché a 21 anni va ai Giochi Olimpici di Los Angeles dove batte prima l’irlandese Sutcliffe, lo zambiano Zulu e il colombiano Pitalua. In semifinale compie il capolavoro battendo il forte dominicano Nolasco, da tutti indicato quale favorito per il 1° posto finale. E nell’ultimo atto, il 12 agosto, ha la meglio su Hector Lopez, messicano che avrebbe fatto strada con una discreta carriera. E’ medaglia d’oro olimpica. Il che spiana la strada verso il professionismo. Prende come manager il bravissimo Umberto Branchini vincendo per 5 anni incontri con avversari davvero difficili. Il picco della carriera lo vive quando incrocia di nuovo i guantoni con Nolasco per il titolo mondiale WBO dei Pesi Piuma. E’ il 28 gennaio del 1989, e il dominicano abbandona dopo sei riprese. Maurizio Stecca è in cima al mondo!
Avrebbe difeso la corona con il venezuelano Mayor ma è sconfitto dall’americano Espinoza per abbandono al settimo round. Per riprendere il titolo a Sassari, nel 1991, deve superare alla quinta ripresa Juan Reves, battuto per K.O. Tecnico. Resta il primo sul pianeta per oltre un anno e quattro mesi, fino a cedere davanti al forte Colin McMillan nel maggio del 1992.
Non si fa buttare giù, nel morale, il capabio romagnolo. Nel dicembre 1992 a Clermont Ferrand conquista il campionato europeo contro il franco-algerino Benichou. E difende la cintura per altre tre volte, fino ad arrivare alla sconfitta a Boulogne con Jacob per intervento medico alla 11° ripresa. Nella rivincita Stecca si riappropria della cintura continentale alla 10° ripresa per K.O.! Ma sarebbe stato un altro francese, Stefan Haccoun, nel successivo mese di settembre, a batterlo per intervento medico e a riportargli via la cintura europea.
La sua carriera finisce a 30 anni quando chiude in bellezza. Il 22 marzo 1995 a San Benedetto del Tronto si batte con il campione in carica dei pesi SuperPiuma, Athos Menegola. Ai punti Maurizio Stecca dopo 12 round si riprende il titolo italiano.
Successivamente ha istruito parecchi giovani in palestra, proprio alla Libertas Rimini, di cui sarebbe diventato il presidente. Nel 1996 per una stagione si è cimentato anche nel ruolo di commentatore tecnico per le telecronache della RAI.
Una lodevole iniziativa lo vede protagonista dal 1990 al ’97 quando diventa giocatore di una squadra di Calcio di ex atleti impegnata nelle raccolte fondi a scopo benefico.
Dopo qualche tempo scopre di soffrire una rara malattia ematica, l’EPN, Emoglobinuria parossistica notturna, con la quale convive ancora oggi. Il che non gli toglie la possibilità di mettere a frutto la ottenuta qualifica di Maestro di Pugilato e di essere parte della Nazionale Dilettanti.
Il 15 dicembre 2015 ottiene la più alta onorificenza per uno sportivo: riceve dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano il Collare d’Oro al merito sportivo.
In occasione del compleanno, il massimo dirigente del C.O.N.I., Giovanni Malagò, ha inviato attraverso i social network un profondo segno di affetto a Maurizio. A testimonianza di come, passati anche diversi anni, lo spirito olimpico e caratteriale dell’atleta siano sempre nella memoria e nei pensieri di tanta gente.