Joe Di Maggio il più grande Diamante menzionato da tutti: dalla Scienza al Cinema, dalla Musica alla TV
Potremmo dire che è stato famoso perché è stato menzionato in una serie di opere musicali e cinematografiche o televisive. Potremmo affermare che è stato il marito di Marilyn Monroe. O, semplicemente, perché, nel ruolo di esterno centro, è stato il più talentuoso giocatori di Baseball nella storia degli Stati Uniti e del pianeta. Stiamo parlando di Giuseppe Paolo Di Maggio più noto come JOE, DI MAGGIO.
Nato il 25 novembre 1914 a Martinez, capoluogo della Contea di Contra Costa, Stato della California, la sua famiglia, come tante di inizio secolo, ha cercato fortuna in America partendo da Isola delle Femmine, Palermo. Il padre, Giuseppe, la madre Rosalia, ne assecondano la passione per questo gioco singolare che trova grandissimi appassionati al seguito, negli States. Joe inizia da bambino a giocare per trovarsi, a soli 17 anni, nelle Minor League nel 1931, con i San Francisco Seals per essere ceduto, nell’inverno del 1934, ai New York Yankees. E qui inizierà una strada leggendaria, dapprima con la casacca numero 9 quindi con la 5.
Vince 9 volte il titolo, ininterrottamente dal 1936 al 1939, nel 1941 e nel 1947 con la pausa per la guerra dal ’42 al 1946. Gioca la Partita delle Stelle per ben 13 volte: cifre impressionanti. Ma riprende a giocare soltanto nel 1951, dopo la sosta forzata patita, come tanti e in parecchie discipline sportive, per il secondo conflitto mondiale.
Prima della guerra la vita personale racconta come nel 1937 Joe Di Maggio abbia conosciuto, si sia fidanzato e abbia sposato l’attrice Dorothy Arnold, che gli hanno presentato sul set del film Manhattan Merry Go-Round. Sarebbero convolati a nozze il 19 novembre 1939 a San Francisco ma nel 1943, mentre il campione è militare alle Isole Hawaii, si separano, dopo aver avuto un figlio, Joe Di Maggio Jr.
Quando riprende a giocare a Baseball viene confermato il soprannome coniato dai giornalisti sportivi e ripreso dai sostenitori degli Yankees, Joltin’ Joe ovvero Joe che fa sobbalzare per la forza impiegata nel gesto tecnico di colpire la palla! Alla fine della carriera sportiva l’americano dalle origini palermitane avrà battuto valide 2214 palle. Una enormità. Tanto che i New York Yankees avrebbero ripreso in mano lo scettro più importante del globo terrestre dal 1949 al 1951, per altre 4 volte, e un totale di 9.
Joe Di Maggio avrebbe ancora fatto parlare per la vita privata, dopo il ritiro avvenuto nel 1951. Il 14 gennaio 1954 sposa la quotata attrice Marilyn Monroe, dalla quale però, divorzia nel giro di un anno. Nonostante avessero separate le strade personali l’uno dall’altra, restano in grandi rapporti di sincera amicizia. Quando lei muore in circostanze misteriose e ancora oggi avvolte nel dubbio, siamo nell’agosto del 1962, Joe organizza e paga il suo funerale con pochi veri amici lasciando fuori quasi tutto lo star-system e altre personalità del mondo della politica a stelle e strisce. Joe segue con il figlio Joe Junior, il feretro fino al cimitero di Brentwood, vicino a Los Angeles, bacia la sua ex fiamma e per tre volte le dice “Ti amo”, a segno della profonda relazione sul piano umano che è esistita tra i due. Per venti anni (!).
Joe Di Maggio ha fatto recapitare sulla sua tomba un mazzo di rose rosse per tre volte la settimana. A testimonianza dell’immenso cuore e sentimento di un fenomeno in campo e prima ancora nella vita, degno della passione di chi è d’origine siciliana e meridionale.
Nel 1955 entra di diritto per le tantissime vittorie e talento cristallino individuale, nella National Baseball Hall of Fame. I giornalisti, deputati alla scelta, per il 90% delle preferenze, non hanno alcun dubbio, nel consegnarlo alla leggenda del Baseball. Anche perché, di fianco ai 9 titoli conquistati, per ben 3 volte è stato eletto MVP ovvero Miglior Giocatore in assoluto di tutta la stagione, e le 13 convocazioni all’All Star Game lo hanno testimoniato in maniera incancellabile. I numeri che completano questo irripetibile percorso, eguagliato e superato solo da Bill Russell nel Basket con i Boston Celtics, 11 titoli vinti di fila, dicono di 1537 homerun (punti battuti “a casa”) e ben 361 Fuoricampo. Roba meravigliosa, per gli appassionati dello Sport del Diamante.
Nel 1968 e fino al 1969 Joe Di Maggio prende da allenatore dei battitori gli Oakland Athletics e nello stesso secondo anno di attività tecnica, viene eletto, con un sondaggio “Miglior giocatore vivente nella storia del Baseball”.
Tante volte sarebbe venuto in Italia per le visite ai parenti a Isola delle Femmine e nel 1976 è stato anche nella toscana Grosseto per promuovere la pratica della disciplina rappresentata e amata. Ha passato qualche giorno con la BBC Grosseto e ci sono, ancora oggi, valide testimonianze fotografiche.
Nell’autunno del 1998 è operato per un cancro ai polmoni che è recidiva fino dall’inizio degli Anni Novanta. Joe Di Maggio ha finito la sua parabola terrena l’8 marzo del 1999 nella sua casa di Hollywood, zona delle stelle. Per la più bella, del mondo del Baseball. Che negli Stati Uniti d’America è una sorta di religione.
Riposa a Colma, non lontano da Martinez, sua città natale.
Il rapporto con i media e con la tradizione musicale, televisiva e cinematografica
Joe Di Maggio è menzionato dai bravissimi Paul Simon e Art Garfunkel nella celeberrima Mrs. Robinson, canzone capace di trascinare la bontà della pellicola “The Graduate”, Il Laureato. Film con un grande cast. Una strepitosa Ann Bancroft, un superbo Dustin Hoffman e una brava Kate Ross. Come esce l’opera del regista Mike Nichols Joe non gradisce la strofa a lui dedicata perché parla della fine della sua carriera di sportivo. Poi, per caso, siamo nel 1968, incontra in un ristorante italiano di New York Paul Simon, che spiega all’ex campione di Baseball come quelle parole e quella musica siano un lamento indirizzato alla mancanza di veri eroi. E lui è stato uno degli ultimi amati da tutta l’America.
Mrs. Robinson sarebbe passata in tutte le radio degli Stati Uniti, il giorno del decesso di Joe. Il 9 aprile 1999 allo Yankee Stadium di New York, quando viene mostrato un busto in suo onore, Paul Simon canta proprio quella strofa.
Ma sarebbero stati altri, i registi e grandi artisti, tra i quali Woody Allen, a fare riferimento a uno dei più grandi campioni della storia dello Sport visto che ha fatto parte di tante pellicole in prima persona, fino al 1999!, senza contare le pubblicità alle quali ha prestato volto, voce e fama. Il bravo regista definisce Joe Di Maggio in Manhattan una delle ragioni per cui vale la pena di vivere, addirittura.
Da ricordare che il 10 gennaio del 1977 Di Maggio è stato il primo atleta insignito della Medaglia Presidenziale della Libertà consegnatagli alla Casa Bianca dall’allora Presidente Gerald Ford. Che, tanti anni dopo, per intenderci, sarebbe stata consegnata a un certo Michael Jeffrey Jordan, immortale della Pallacanestro NBA, olimpica e mondiale.
Altri esempi di levatura planetaria? Joe Di Maggio viene menzionato da Billy Joel in “We didn’t start the fire”, da John Fogerty in “Centerfield”, da Joss Stone in “Whatevere Happened to the Heroes”, da tale Madonna!, nella canzone Vogue. Senza dimenticare Jennifer Lopez che lo mette insieme alla sua amata Marilyn Monroe in “I’m Gonna Be Alright”.
Anche la letteratura ha fatto la parte del leone con l’immenso Ernest Hemingway. Che fa precisi riferimenti a lui nel romanzo “Il vecchio e il mare” quando il protagonista, Santiago, parla della sua permanenza nell’oceano. Meno noto “Chiedi alla polvere” di John Fante, lo chiama a termine di paragone quale famoso italiano in America già nelle prime pagine.
Al Cinema nel film “L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz” di Marc Rocc quando vengono prese a esempio le sue imprese sportive. O ancora in “Grease”, indimenticabile per l’impatto che ha ancora oggi, quando la preside della scuola di Rydell parla di Joe Di Maggio. Nell’immaginario collettivo italiano Joe Di Maggio è spesso richiamato dal personaggio di Alberto Sordi, Nando Mericoni nel film “Un americano a Roma”.
Di recente la giovane e bravissima cantante Demi Lovato, capace di una notevole estensione vocale, parla di lui in “Without the Love”.
La scienza non si è sottratta all’affetto per il grande e straordinario campione di Baseball: tanto che gli è stato intitolato l’Asteroide 3767 Di Maggio.
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui tra qualche centinaio di anni si parlerà ancora di questo Paisà d’America. Il quale, tramite lo Sport, ha saputo imporsi all’attenzione di tanti settori della vita quotidiana.