Il Prof. Paolo Cornaglia Ferraris, medico, direttore scientifico della fondazione Tender to Nave Italia ONLUS, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sulla situazione delle strutture sanitarie
“I nodi vengono sempre al pettine prima o poi –ha affermato Cornaglia Ferraris-. Un’emergenza sanitaria come questa fa esaltare le carenze così come fa evidenziare la situazione di infermieri e dei medici, il cui organico è stato ridotto nel tempo. Molto tempo fa scrissi che truccare i concorsi, facilitare l’appoggio politico rispetto alla competenza, ridurre servizi importanti, avrebbe piano piano comportato un decadimento etico e professionale di chi lavora nelle strutture sanitarie, cosa che puntualmente è avvenuta, a danno di chi ci sta ricoverato. Si pensi agli esami inutili che facciamo, che i medici fanno fare soltanto per difendersi e per non essere denunciati, questa medicina difensiva ha comportato sprechi enormi. Questo virus , che è blando, è in grado comunque di mettere a carte 48 un sistema”.
Sulla sanità privata
“Chi fa sanità pubblica fa attività che non ha riscontro economico. Il privato non fa pronto soccorso e rianimazione perché non rende. Quindi non si può rovesciare la frittata dicendo che il privato si defila dagli impegni di un’emergenza. Se abbiamo tagliato il pubblico a favore del privato è chiaro che i conti non tornano. Chi lavora nel pubblico non dovrebbe lavorare nel privato, c’è un conflitto d’interessi. Ci sono liste d’attesa pubbliche lunghissime e ce ne sono altre cortissime basta che paghi. Questa è una grande opportunità di rimettere ordine sulla questione, prima di tutto sulla regionalizzazione dei servizi. Poi, benvenuti siano i tagli degli sprechi, ma che siano i veri sprechi. Bisogna rimescolare le cose in modo che diventi più efficace il servizio”.