Comuni virtuosi è un’associazione nata nel 2005, su iniziativa di quattro cittadine della Liguria, e opera a favore di un’armoniosa e sostenibile gestione dei territori. Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con il coordinatore Marco Boschini. “Il mantra è l’economia circolare e la sostenibilità, ma si nota una certa incongruenza con le politiche effettive delle città – ha osservato Boschini – ci sono politiche che hanno portato risultati clamorosi, ricchezza per tutti, opportunità di lavoro, dovrebbero diventare la regola, ma non è così e non capiamo perché.”
L’associazione Comuni Virtuosi
L’associazione nazionale, nel tempo “è cresciuta. Dai primi 4 comuni fondatori siamo arrivati a circa 130, non siamo cresciuti tantissimo da un punto di vista numerico, ma soprattutto da un punto di vista qualitativo. Il nostro campione è significativo rispetto a ciò che la gran parte dei comuni italiani potrebbe fare, se ci fosse la volontà di andare in direzione sostenibilità – ha aggiunto Marco Boschini – ci occupiamo di tematiche ambientali legate all’impronta ecologica della macchina comunale, alle politiche dei rifiuti, alle politiche di mobilità sostenibile, agli stili di vita delle comunità: l’obiettivo di fondo è culturale, laddove ci fossero buone pratiche riteniamo giusto valorizzarle, farle emergere e raggiungere l’obiettivo della condivisione.”
Le dimensioni delle città
Comuni virtuosi: in quali realtà riescono meglio i progetti sostenibili? “E’ evidente che più piccolo è un luogo più facile sarà controllare un progetto, più facile sarà amministrarlo – si è congedato il coordinatore Marco Boschini – è una questione di volontà, di incontri con la cittadinanza, ma se di partenza non c’è una volontà diversa sarà difficile ottenere risultati reali. Tra Nord e Sud ci sono differenze sostanziali: al settentrione girano più risorse e i progetti hanno più possibilità di funzionare bene, mentre al Sud al termine di un finanziamento ci sono progetti che continuano. In generale, nelle comunità locali c’è una partecipazione maggiore, abbiamo bellissime esperienze, nel Sud Italia, dove l’elemento che fa la differenza è la comunità stessa.”