Roberto Herlitzka, uno dei migliori attori contemporanei, è in scena al Teatro Basilica, fino all’8 marzo, con Enrico IV. Costui è un borghese del ‘900 che fa credere di essere pazzo. Ne abbiamo parlato col regista Antonio Calenda, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus. “Nel testo vi è il tema della solitudine di un uomo importante che fa credere di essere pazzo – ha spiegato Calenda – alcuni suoi vecchi amici andranno a trovarlo, vent’anni dopo, e scopriranno che fingeva di essere pazzo. Enrico IV è un borghese, è la grande metafora della solitudine in un mondo di folli: viviamo in un mondo di sconnessioni, di mancanza di valori, la cultura è in forte ribasso. La grande riflessione che propone il nostro testo è che il protagonista, Enrico IV, preferisce fingersi pazzo per sempre, preferisce la solitudine.”   

Rapporto tra coscienza individuale e collettiva

Enrico IV è “un classico del teatro, parla della contemporaneità più di altri testi scritti oggi. In questo testo vi è il rapporto tra la coscienza individuale e quella collettiva – ha sottolineato Antonio Calenda – andiamo in scena in un teatro che è quasi un luogo mistico, il Teatro Basilica, uno spazio che i romani dovrebbero conoscere, è un luogo significativo, noi ogni sera celebriamo così il grande teatro.”

La grandezza del protagonista

Roberto Herlitka è apprezzato dai giovani e seguito con curiosità. “Io convivo con lui avventure importanti da tempo, è uno dei più importanti e grandi attori in circolazione, con lui è possibile vedere e vivere il vero teatro – si è congedato Calenda – la cultura è un cordone protettivo. Gli artisti esprimono il meglio della società, sono i baluardi del senso, del significato. Con l’arte dobbiamo dare significato ai nostri giorni. Chi ci raggiungerà nel nostro atelier vivrà una serata di grande spettacolo.”

 

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