Bellezza: è un valore? Com’è cambiato il significato nel tempo? Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con Salvatore Natoli autore de “Il rischio di fidarsi” e filosofo. “La configurazione della bellezza è storicamente cambiata. Di costante, nel tempo, c’è la capacità di produrre una forma che in se stessa ha una sua compiutezza e una sua proporzione. La bellezza una volta era simmetria – ha spiegato Salvatore Natoli, filosofo e autore de “Il rischio di fidarsi” – se invece ci troviamo di fronte a qualcosa di brutto, storpio, possiamo dire che non è bello? La bellezza è la capacità di dare espressione piena a qualcosa, quindi forma, la perfezione della forma.” 

Ad ogni epoca un concetto diverso di bellezza

Per i Greci il concetto di bellezza risponde a canoni diversi da quelli di altre civiltà, e di altre epoche. “Ci sono canoni storici, schemi di bellezza, che rispondono a determinate caratteristiche. L’aspettativa sul bello deriva dalla cultura da cui appartieni, c’è una dimensione del bello che l’epoca configura – ha aggiunto il filosofo Natoli – la bellezza è forma, è bello ciò che non si deforma, non si altera. La dimensione non virtuosa è ammala, distrugge, non risponde dunque all’idea di bello. Il male mangia, divora, fa perdere la forma. Essendo prerogativa del male la distruzione, la virtù è quella dimensione che dà forma al soggetto e alla vita.”

Bellezza: è un criterio e un concetto soggettivo, diverso a seconda dei canoni personali. Possiamo trovare la bellezza in “un gesto, un movimento. Associare la bellezza all’estetica è un modo superficiale di concepire il bello – si è congedato il filosofo Salvatore Natoli – soffermarsi sulla bellezza estetica non è un errore è un giudizio superficiale. Alcune persone ci sembrano belle perché parlano bene, ad esempio. La bellezza rivela.”

 

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