Gaetano Quagliariello, senatore di Forza Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sui responsabili
“L’accezione negativa data al termine ‘responsabili’ viene da una debolezza istituzionale. Se ci fosse in Italia un sistema funzionante che determina un governo scelto dagli elettori e un’opposizione, anche accettare alcune eccezioni alla regola sarebbe più facile. Il problema è che questo non c’è. Soprattutto nell’ultima competizione abbiamo avuto una situazione in cui siamo passati da un governo gialloverde ad uno giallorosso. E questo cambio è stato gestito dallo stesso premier, cosa che nella storia d’Italia non era mai accaduta. Questo ha creato una certa sensibilità sul tema. Io sono contrarissimo al mandato imperativo, perché la democrazia rappresentativa si fonda sulla libertà dell’eletto. Però sono favorevole ad una sorta di mandato morale. Io sono l’unico eletto del centrodestra in un collegio del sud, perché tutti gli altri sono stati conquistati dai grillini. Io questo legame lo sento, è un vincolo morale”.
Io regista della manovra per trovare responsabili che supportino governo Conte? “E’ molta prossima alla pura fantasia questa cosa. In Senato si parla molto di questo, quindi direi il falso se dicessi che non ne ho mai parlato. Ma non ho mai partecipato ad una riunione, ad una cena, non ho mai ricevuto una proposta. C’è stata qualche chiacchiera da buvette, ma ho parlato più della Juventus e del Napoli rispetto a questo. Non ho mai preso in considerazione questa cosa perché la ritengo sbagliata, per ragioni laiche, non per un dogma. Non ho un giudizio positivo su questo governo sciagurato”.
Sulla legge elettorale
“Siamo in un momento istituzionale molto particolare ed è sintomatico che la politica queste cose o le ignora oppure non le dice ai cittadini. Noi ci troviamo oggi con un referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari che è convocato per il 29 marzo. Elezioni prima di quel momento non ce ne possono essere, anche se si sciogliesse domani la legislatura. Mi auguro che quel referendum venga approvato perché penso che un parlamento con 600 membri potrebbe funzionare meglio ed essere più veloce. Potrebbe essere anche l’inizio di una riforma per un monocameralismo imperfetto. Quando il referendum passerà è previsto che serviranno 60 giorni per rifare i collegi e in quei 60 giorni non si può sciogliere il Parlamento. In quel lasso di tempo non avremo una legge elettorale. Questo ci porta fino a giugno. Mi auguro che quest’anno a nessuno venga in mente di fare una crisi l’8 agosto. Fondamentalmente siamo arrivati all’autunno. Mi auguro che si utilizzi questo tempo per fare quelle cose indispensabili: legge elettorale e provvedimenti per rendere funzionante un parlamento con 600 membri anziché mille”.