Anoressia: disagio psichiatrico per cui la persona decide di non nutrirsi, è l’esatto opposto della bulimia, ed è un disordine alimentare di natura nervosa. Il caso di Lorenzo Seminatore, ventenne, lascia sgomenti. Sei anni di storia non sono bastati a fermare la malattia, complice la fermezza di Lorenzo nel non farsi aiutare. “Come per tutte le patologie è necessaria la volontà della persona – ha osservato Maria Nuovo, esperta in Dipendenze Patologiche e Presidente dell’associazione Centro Oikia – ci sono proposte di ricoveri salvavita che consentono di contrastare esiti drammatici.” Se il paziente rappresenta un ostacolo al percorso di cura, tutto si complica.
La presenza dello Stato
I genitori chiedono giustizia: si parla dell’istituzione di un’associazione destinata a persone che soffrono dello stesso disturbo di Lorenzo, si sta chiedendo maggiore presenza delle istituzioni. Proviamo a riflettere: se lo Stato si mostrasse disponibile ad aiutare le famiglie e i malati cosa cambierebbe? “Lo Stato interfacciandosi con le famiglie per tempo e coinvolgendo le persone che soffrono nei programmi di cura prestabiliti potrebbe contribuire alla prevenzione di determinate malattie – ha aggiunto la Presidente Nuovo – in questo caso credo che sono mancate le fasi precedenti, tanto da non produrre l’efficacia dovuta.”
Non esiste ricovero coatto a lungo termine
Anoressia: la famiglia di Lorenzo avrà fatto il possibile, anche se “l’iter non è chiaro. A volte la patologia è più forte delle nostre volontà di adulti, genitori e addetti ai lavori – ha sottolineato Maria Nuovo, subito dopo – non esiste il ricovero coatto a lungo termine. Sulla possibilità di farsi aiutare tramite il ricovero entrano in merito le responsabilità della persona. In tanti firmano le dimissioni e lasciano l’ospedale prima di una cura risolutiva, è un problema che coinvolge chi soffre di anoressia e di altre patologie psichiatriche croniche.”
L’unico modo per aiutare le famiglie ad elaborare simili problemi è di aiutarle a comprendere “le radici del problema”, si è congedata l’esperta in dipendenze patologiche.