Adozioni: l’iter burocratico e i fattori emotivi da affrontare sono molteplici. Serve tempo perché un’adozione vada a buon fine, e alla fine di tutto non è detto che il nuovo arrivato riesca a sentirsi subito a casa instaurando un buon rapporto coi genitori. Questi ed altri limiti hanno portato le coppie ad allontanarsi dalle adozioni, ma la recente apertura ai single sembra uno spiraglio positivo perché qualcosa cambi. “Servono almeno tre anni di tempo perché le pratiche d’adozione vadano a buon fine – ha spiegato Cinzia Bernicchi, del settore adozione Ai. Bi. – la normativa italiana prevede che le coppie siano sposate da almeno tre anni o che dimostrino di aver convissuto diverso tempo. In taluni paesi c’è l’obbligo del matrimonio, ad esempio nell’area africana si richiede che le coppie siano sposate da almeno cinque anni.”
La situazione italiana
“In Italia ci sono più di cinquemila coppie sposate, senza figli, disposte ad adottare, ma negli anni si è verificato un vertiginoso calo – ha aggiunto Bernicchi, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – e la candidatura delle coppie single non è la norma, viene richiesto anzitutto il matrimonio. Poi ci sono anche casi di minori in difficoltà ad essere accolti dalla coppia che vengono destinati alle persone sole.”
Priorità ai bambini
Adozioni: abbiamo il dovere di ribaltare le priorità e anteporre i bisogni dei bambini al resto. “Se per quel bambino non è possibile trovare una mamma e un papà che lo coccolano e un single è a disposizione ben venga – si è congedata Cinzia Bernicchi – reddito, stato di salute, livello di istruzione sono i fattori che vengono presi in considerazione sia che si tratti di adottanti in coppia o single.”