Le emozioni sono importanti. Rappresentano il nostro diritto di esprimerci, anche quando non vorremmo comunicare, il nostro sentire parla per noi e di noi. Esiste un algoritmo delle emozioni, innato e inside, che definisce il “chi siamo” in un dato contesto. Capire le emozioni, imparare a codificarle e a gestirle, può essere utile in tutti i campi e ancor di più in ambito lavorativo dove il benessere aziendale passa dalla soddisfazione o insoddisfazione dei dipendenti. Ad esempio, vi siete mai chiesti quale emozione domina in Parlamento? Dora De Stefano si è posta questa domanda e qui vi raccontiamo la sua Tesi di Laurea in Psicologia del Lavoro, conseguita alla Unicusano.
Dora De Stefano e “La gestione delle emozioni in ambito parlamentare”
“La gestione delle emozioni in ambito parlamentare” una tesi di laurea per analizzare lo stress lavoro-correlato dei dipendenti parlamentari. Un’idea brillante, portata avanti con meticolosa cura e lavoro, da Dora De Stefano, laureata in Psicologia all’Università Niccolò Cusano. Partendo dallo studio del burnout e dalla esperienza personale in Parlamento, Dora ha analizzato l’emozione più diffusa: la rabbia. I dipendenti parlamentari, oggi più che mai, sentono intaccato il loro “sé sociale” a causa di una percezione comunitaria fondata sul disagio. Scopriamone di più in questa intervista.
Direttore della Scuola di Counseling “L’arte di essere felici”, Conduttore di Bioenergetica e Training Autogeno, Counselor Professionista Avanzato, Formatrice, Life Coach. Il tuo è stato un percorso formativo e professionale dinamico e variegato. Ci descrivi chi è Dora De Stefano e cosa la caratterizza?
Sono una persona dinamica e con molti interessi nell’ambito della crescita personale. Dopo aver lavorato per cinque anni come traduttrice per la FAO e la Banca Mondiale, ho vinto un concorso presso il Senato della Repubblica classificandomi al primo posto tra i 1500 candidati e, da quel momento, mi sono occupata per oltre venti anni di risorse umane curando la gestione e la formazione del personale parlamentare.
Negli anni ho approfondito studi di comunicazione e crescita personale, e ho dato un corpo alla mia passione per la psicologia e lo studio della voce come canale di comunicazione delle emozioni. Sono docente di Bioenergetica e Training Autogeno certificata dall’IIFAB (Istituto Italiano di Formazione in Analisi Bioenergetica), oltre che Counselor ad approccio corporeo e Life Coach.
Di recente ho fondato l’Associazione “L’arte di essere felici” – che si occupa di benessere psico-fisico della persona attraverso seminari esperienziali e incontri a tema – riconosciuta Scuola di Counseling dal CNCP (Coordinamento Nazionale Counselor Professionisti).
A dicembre 2019 ho conseguito la laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche con la votazione di 110/lode con una tesi di Psicologia del Lavoro dal titolo “La gestione delle emozioni in ambito parlamentare”.
Chi desidera conoscere meglio i miei percorsi e le attività che svolgo può visitare il sito www.doradestefano.com – www.lartediesserefelici.com – Pagina Facebook: L’arte di essere felici
Opinioni su Unicusano: cosa ne pensi del nostro Ateneo?
In Unicusano ho trovato docenti competenti e molto disponibili nel rapporto con gli studenti. Il materiale di studio è variegato, gli strumenti telematici permettono di vedere le video lezioni e fare le esercitazioni più volte per testare la propria preparazione. I tutor sono pronti a guidare lo studente nel suo percorso. Ritengo che il sistema di studio di Unicusano sia proprio “cucito addosso” allo studente e credo non si possa pretendere di più da una struttura universitaria.
Parlo con cognizione di causa perché ho avuto modo di fare esperienza con l’Università statale diversi anni fa, nella fattispecie Lingue e Letterature Straniere presso la Sapienza. Ho sempre definito quell’esperienza “una gara di nervi”: molto arduo sopravvivere a lezioni con centinaia di studenti stipati in aule piccole, code gigantesche per operazioni amministrative, per non parlare della cultura dei professori che poco amavano gli studenti lavoratori. Tutto il corpo docente, i tutors, i vari uffici: la struttura dell’Unicusano nella sua globalità risponde a standard molto alti di professionalità e cura dello studente.
Tre aggettivi per descrivere la tua esperienza universitaria con Unicusano?
Entusiasmante, formativa, ricca a livello di rapporti umani.
Ci racconti in breve il tuo progetto di Tesi in Psicologia del Lavoro?
Nel preparare l’esame di Psicologia del Lavoro ho studiato il costrutto del burnout, e ho proposto al prof. Renato Pisanti se potesse ritenere interessante un’analisi dello stress lavoro-correlato dei dipendenti parlamentari. Ho scelto questo argomento per rappresentare un contesto lavorativo ed emotivo che al di fuori dei “Palazzi” sono in pochi a conoscere, e ho utilizzato a questo scopo anche testimonianze rese da vari colleghi.
Il prof. Pisanti ha apprezzato la mia proposta, e così è nata la tesi “La gestione delle emozioni in ambito parlamentare”.
Il Senato come la Camera dei Deputati è la struttura di supporto all’attività legislativa per le maggioranze politiche che si succedono nel corso degli anni. E’ una macchina improntata all’eccellenza per garantire la burocrazia che secondo Max Weber deve rispondere ai requisiti di precisione, rapidità, chiarezza, regolarità, efficienza ed affidabilità. Per questo l’Istituzione è organizzata su una struttura di tipo militare, con una rigorosa scala gerarchica, divisione del lavoro nei minimi dettagli, con l’obbligo di coniugare l’efficienza con i tempi concitati della vita politica.
Anche se negli ultimi tempi sta cambiando, l’identità del dipendente parlamentare si fonda principalmente sull’orgoglio per aver superato un concorso rigoroso e qualificato, sul senso di appartenenza ad una Istituzione prestigiosa, insieme ad un sentimento di soggezione e rispetto per la sua storia centenaria. Queste emozioni si accompagnano ad una importante soddisfazione lavorativa e motivazione perché vengono gratificati sia gli aspetti relativi alla retribuzione e alla sicurezza del posto di lavoro, che quelli inerenti la responsabilità, la crescita professionale, gli obiettivi.
Ma il contraltare di tutte queste emozioni positive è lo stato di ansia costante che viene vissuto dai dipendenti di tutte le carriere. L’ansia è la reazione ad una minaccia o ad un evento incerto, per cui si ha la percezione di avere risorse personali limitate per farvi fronte. Pertanto, a livello emotivo viene percepito come una questione di vita o di morte. Al di là della mera funzione adattiva, il dipendente si sente vulnerabile perché è costantemente sotto giudizio per la performance a cui è tenuto, per i conflitti di ruolo e per gli aspetti di relazione.
La rigorosa scala gerarchica porta con sé una forte predisposizione per il controllo e una standardizzazione non solo delle procedure ma, se possibile, anche del personale e degli atteggiamenti. Gli stessi codici di comunicazione sono estremamente formali, talvolta al limite del manierismo, per questo la comunicazione è spesso asimmetrica – sia per la gerarchia dei ruoli che occorre rispettare sia nella comunicazione con la classe politica. Pertanto il dipendente parlamentare opera in una realtà lavorativa fortemente stressogena perché è costantemente in bilico, come se dovesse rispondere contemporaneamente a due datori di lavoro: l’Amministrazione da una parte e la classe politica dall’altra.
La comunicazione con i senatori e con i loro collaboratori (definiti portaborse) è fonte di stress emotivo: i politici – si sa – hanno un ego molto accentuato e non sono abituati ai NO, ma spesso occorre contrastarli per mantenere l’autonomia della struttura. Occorre prudenza e autocontrollo.
Un altro fattore ansiogeno è dato dall’orario di lavoro perché i dipendenti debbono garantire disponibilità e flessibilità in relazione ai tempi non sempre programmabili dei lavori parlamentari e dell’attività politica. I dipendenti devono essere sempre reperibili, anche durante i periodi di ferie e possono essere richiamati in servizio, come per esempio è successo nell’estate 2019 con la crisi di agosto. E’ quindi estremamente difficile conciliare le opposte esigenze della vita lavorativa e della vita personale.
Per concludere, ho analizzato la più recente fra le emozioni vissute dai dipendenti parlamentari: la rabbia. Le polemiche antiparlamentari e antipolitiche degli ultimi anni contro “la casta” si sono abbattute anche sui dipendenti che percepiscono loro stessi come capri espiatori di un clima socio-politico alterato da campagne mediatiche aggressive. La rabbia e frustrazione generano sofferenza emotiva sia a livello individuale sia a livello di pensiero di gruppo, e questo incide profondamente sull’ambiente lavorativo. I dipendenti parlamentari sentono quindi intaccato il loro senso identitario e il sé sociale essendo passati da una antica percezione di elitarietà ad una sensazione di disagio – se non addirittura vergogna – nel dire il luogo in cui lavorano. Auspico che in futuro si possa ritornare alla cultura del merito, per garantire efficienza e professionalità ai massimi livelli.
Da laureata in Psicologia e da professionista in questo settore, cosa ne pensi del recente Decreto Fioramonti?
Ritengo che il suddetto decreto sia anacronistico e affatto rispettoso della serietà dei docenti e dell’offerta formativa che ho trovato in Unicusano. Il canale telematico è un mezzo potentissimo per chi vuole studiare e non ha la possibilità di frequentare fisicamente le lezioni: non è una scorciatoia ma uno strumento di acquisizione della conoscenza che può essere adattato alle esigenze dello studente, sia esso lavoratore o portatore di handicap.
Avendo studiato sia presso l’Università La Sapienza sia presso l’Unicusano, posso affermare che sia il percorso “non telematico” sia quello telematico possono portare in egual misura valore aggiunto al percorso formativo degli studenti, anche se con punti di forza differenti.
Mi auguro che né questo decreto né eventuali futuri atti normativi possano limitare se non addirittura azzerare (come per psicologia) le opportunità che le Università telematiche offrono, e auspico che semmai gli interventi possano essere orientati al loro miglioramento.
Che consiglio daresti agli studenti che vogliono affrontare un percorso di studi simile al tuo?
Un consiglio che vale per tutti: studiare con impegno e passione. Chi sceglie di studiare Psicologia lo fa per mettersi al servizio degli altri, per questo motivo è fondamentale approfondire, allargare gli orizzonti, liberare la curiosità. E’ ciò che poi servirà al futuro psicologo nella relazione con il paziente – una volta terminato il percorso di studi.
Il tuo motto o massima che ti guida nella vita?
“So di non sapere” di Socrate, e “It takes a long time to become young” di Pablo Picasso.
***Articolo a cura di Michela Crisci***