Lavoro: nel 2030 vivremo due anni in più della media, quindi lavoreremo di più. Non mancano le patologie e le denunce correlate al lavoro, “secondo l’INAIL il 40% delle persone lamenta un forte stress lavoro-correlato – ha ricordato il professor Marco Vitiello, docente di Psicologia del Lavoro dell’Università La Sapienza di Roma – le patologie più diffuse sono le classiche del connettivo nervoso, nel caso della classe impiegatizia e di chi trascorre molte ore della propria giornata in ufficio; il tunnel carpale per l’uso del mouse; le malattie uditive causate dall’esposizione ai rumori, in alcuni contesti è ancora molto alta e poi sono in aumento anche i tumori.”
Preoccupazione generale
Tutto ha delle “ripercussioni psicosociali. Avere una popolazione demograficamente più anziana può causare scompensi, pensiamo al divario generazionale e culturale tra persone d’età diverse, sono aspetti che alla lunga possono generare conflittualità e imbarazzo nei manager, in chi deve gestire e investire in queste diversità – ha aggiunto il professor Vitiello – l’altra problematica degli ambienti di lavoro, non è soltanto la vessazione o la violenza che si subisce, ma l’ansia generale legata al fatto che siamo insicuri della stabilità che abbiamo: oggi facciamo un lavoro che domani potremmo non avere più, e un lavoratore deprivato della propria serenità riverserà sull’azienda gli effetti della sua problematica.”
Non tutto è perduto, “ci sono imprenditori che basano tutto sul benessere dei lavoratori basti pensare al caso Ferrero Spa – Alba, è un’azienda che attua politiche di welfare, benessere dei lavoratori. Oggi chi opera in questo modo avrà maggiore partecipazione attiva: i prodotti di queste aziende saranno ben visti, ben voluti e più acquistati. Le persone che lavorano bene producono buoni prodotti che permettono al consumatore di riconoscersi e identificarsi. Si tratta di virtuosismi aziendali che richiamano il modello della Olivetti, basato sulla psicologia delle persone: stiamo tornando a quel modello, l’emergenza chiama. Il lavoratore soddisfatto tornerà volentieri al lavoro – si è congedato Marco Vitiello, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – bisogna tornare a vivere il lavoro come ad una fonte di soddisfazione di sé. Le fabbriche diventino luogo di riscatto umano, non solo crescita vertiginosa e attenzione alla produzione, insegnino a vivere la resilienza e godere di quello che c’è.”
Lavoro: non mancano proposte di attività interne, come lo yoga, il pilates, in modo da favorire una nuova coesione di gruppo e risultati più importanti.