Sanremo: assurdi e patetici i guastafeste che hanno amplificato lo scivolone sulle donne di Amadeus; idem i bastian contrario, cioè quelli hanno provato a boicottare il debutto con improbabili hashtag sui social. Nessuno è riuscito a scalfire le performance degli ex di Radio Deejay, che incassano il 52.2% di share: il massimo di sempre!
E’ la risposta più signorile ad un sistema che ci vuole contro, e in difficoltà. Chissà anche la trovata di Achille Lauro è frutto di una società che strumentalizza, a proprio vantaggio, la fastosità fuori luogo degli artisti non del tutto affermati.
L’esibizione dei non cantanti
Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia su Radio Cusano Campus, con Paolo Audino, cantautore di lungo corso: “Ci sono grandi professionisti che ogni anno fanno grande questo spettacolo, bisogna capire se è il festival della canzone o del cantante? – ha detto Audino – Albano e Romina sono dei veri cantanti, come anche Rita Pavone che quest’anno si è presentata con una esibizione molto rock. Il significato della sua canzone è di una persona che rifiuta l’epoca del reality, il testo è del figlio. Lei è un esempio di cantante che ha venduto cinquanta milioni di dischi, giovedì duetterà con Amedeo Minghi, altro cantante vero che a Sanremo ha dato tanto.”
Achille Lauro come David Bowie
” L’interprete è diventato più importante della canzone. Quello che ho visto fare ad Achille Lauro ieri sera lo faceva già David Bowie, nei lontani anni ’70, il quale era davvero così. Adesso invece sembra che vogliono distrarci dalla canzone e mostrarci altro. Il testo ad un certo punto ricorda un’altra canzone di Gianna Nannini – si è congedato Paolo Audino – tutto ci ricorda che stiamo guardando uno spettacolo televisivo. Tra i giovani c’erano anche cantanti interessanti, come Diodato, ma sarei più attento ai contenuti e alle canzone.”