Il 21 marzo del 2018 l’Algeria ha unilateralmente allargato i confini della propria Zee, spingedosi fino a ridosso della Sardegna. Il caso è stato sollevato dall’ex presidente sardo Mauro Pili e potrebbe avere implicazioni anche sull’immigrazione.
Mauro Pili, leader di Unidos, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
La controversia
“L’Italia ha purtroppo dormito –ha affermato Pili-. L’Algeria, dopo che ha istituito la zona economica esclusiva, l’ha comunicato all’Onu e a tutti gli Stati e nessuno si è opposto, da marzo 2018 nessuno ha detto niente, fino al novembre 2018. Bisognerà aprire delle valutazioni interne al Paese per capire come mai in 8 mesi nessuno sia intervenuto. A novembre 2018 l’Italia ha fatto un’istanza di conflitto all’Onu. A giugno 2019 l’Algeria ha risposto: ‘noi abbiamo già istituito la zona economica esclusiva, voi non avete detto nulla, oggi siamo disponibili a discutere le aree a mare all’esterno di quella che è stata già istituita zona economica esclusiva’. L’Onu ad oggi non ha aperto nessun fascicolo verso l’Algeria per ripristinare le acque internazionali. A gennaio di quest’anno il premier Conte è stato in Algeria e ha parlato anche di questo dossier. L’Algeria ha detto: su quel dossier non vogliamo aprire alcun tipo di discussione. E’ un fatto di una gravità inaudita. Non succedeva dalla 2° Guerra mondiale che l’Italia si trovasse di fronte ad un attacco del genere. Spero che questa situazione non continui a passare sotto silenzio. Ad oggi l’Algeria potrebbe effettuare trivellazioni in quella zona e anche impedire ai pescatori di andare in quel tratto di mare. C’è una tensione che sta salendo sui confini a mare e l’Italia finora è stata a guardare”.