Scuola: è labile il confine tra i consigli e le imposizioni dei genitori; tant’è che le statiche di Almadiploma raccontano il pentimento degli studenti, dopo una decisione presa di comune accordo con l’ingombrante punto di vista di mamma e papà.

Il condizionamento delle famiglie

“Attualmente i ragazzi sono condizionati dal contesto familiare. Quelli che appartengono ad una famiglia di grado ed istruzione più elevata è invogliato a studiare e frequentare il liceo. Tutto parte prima della scelta delle superiori, la scelta del liceo deriva dalla performance delle scuole medie – ha osservato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, il professor Renato Salsone – gli studenti più seguiti dalla famiglia hanno più possibilità di successo formativo. Il vero problema è che i giovani non conoscono molto bene se stessi e non sono consapevoli dei propri interessi. L’altra problematica è che i genitori tendono a proiettare il proprio vissuto sui ragazzi: quanti adulti conoscono i nuovi ordinamenti degli studi professionali? Nei professionali c’è spazio per lo sviluppo delle competenze, ma dai genitori quasi mai ne ho sentito parlare. C’è ignoranza su quello che la scuola può offrire!”

Scuola: non è facile affidarsi al proprio sentire in giovane età, quante volte i giovani credono di voler fare un certo lavoro, o seguire un certo percorso di studi, e poi cambiano idea? E’ una responsabilità consigliare, anche per le famiglie. A meno che non si tratti di una vocazione naturale, o di un talento particolare che sarebbe un peccato non coltivare. I più tendono a seguire “il punto di vista della mamma. E’ una debolezza che i ragazzi dovrebbero superare – si è congedato il direttore di Almadiploma, Salsone – il pericolo dei liceali è che si trovano quasi in un vicolo cieco: sono dei diplomati senza né arte né parte,” con l’obbligo di iscriversi all’università.

Ascolta qui l’intervista integrale