I temi della Giustizia continuano a far litigare i partiti che compongono la maggioranza di governo. In particolare, l’oggetto del contendere è la riforma della legge sulla prescrizione in vigore dal 1 gennaio 2020 per come l’ha voluta il ministro Bonafede quando era già guardasigilli ma del governo gialloverde: stop alla prescrizione per tutti i processi dopo la sentenza di primo grado.

Sul tema Gherardo Colombo, ex magistrato, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Riforma Bonafede

“Secondo me il problema dei problemi è la durata dei processi, non la prescrizione –ha affermato Colombo-. I processi durano troppo. La domanda che dobbiamo farci è come riuscire a ridurre i tempi. Io credo che la prescrizione non c’entri con questo. Bisognerebbe procedere ad una depenalizzazione molto estesa. In Italia quasi ogni trasgressione costituisce reato. Sembra che ormai il processo sia diventato un procedimento in cui conta forse soltanto l’efficienza piuttosto che gli aspetti di garanzia. Bisognerebbe prima di tutto cominciare ad investire sull’educazione, i cittadini italiani trasgrediscono un po’ troppo. Se si riducesse il numero dei reati, la giustizia funzionerebbe meglio. Cercare di risolvere la situazione attraverso uno strumento inappropriato significa semplificare e la semplificazione non produce grandi risultati. L’ideale sarebbe riuscire a realizzare la Costituzione, la democrazia non può essere basata sulla paura. Italiani giustizialisti? Gli italiani generalmente inneggiano alla legalità altrui”.