Minoranze sessuali: manca il coraggio di riconoscere, a se stessi, la propria natura e laddove la voglia di libertà è più forte del desiderio di nascondersi ci si trova costretti a situazioni di isolamento e discriminazione. “RE.A.DY è una rete di istituzioni – nata nel 2006 -che conta al suo interno comuni, enti, regioni, partiti politici e nasce per contrastare fenomeni di omofobia, transfobia, molto diffusi nel nostro Paese – ha raccontato Marco Giusta, assessore del Comune di Torino, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – si lavora a livello nazionale, con alcune grandi iniziative, pubbliche, un anno abbiamo realizzato una mostra sulle famiglie, mentre quest’anno ci focalizzeremo su discorsi d’amore, inclusivi.”

Il ruolo della politica

Minoranze sessuali: la politica non è esclusa dalla tutela di certi diritti, anzi, “deve rappresentare gli interessi di tutti i cittadini, a prescindere dalle idee politiche. RE.A.DY. affronta il bisogno di non discriminazione e contiene al suo interno tutti i partiti presenti sul territorio nazionale – ha aggiunto Giusta – vediamo azioni orribili che avvengono quotidianamente nei confronti di rom, ebrei, tutta una serie di persone identificate come diversi (internate e sterminate nei campi di concentramento) perché non abbiamo avuto il coraggio di affrontare le leggi razziali, le furie che il fascismo ha portato sul nostro territorio e oggi ne paghiamo le conseguenze. Il tema della memoria dev’essere fondamentale e non è all’ordine del giorno, viviamo in un sistema continuamente alla ricerca di un colpevole.” 

Additare, o giudicare, i più deboli è tipico degli involuti, di chi non sa guardare oltre la propria striminzita dimensione. Teoricamente bisognerebbe esprimere giudizi su ciò che si conosce, non sull’ignoto, su persone che non conosciamo e che non abbiamo mai visto. Le minoranze sessuali nel dichiararsi vengono discriminate: al lavoro, in famiglia – così si è congedato Marco Giusta – sono persone costellate da difficoltà.”

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