Alessandra Maiorino, vice capogruppo del M5S al Senato, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Riguardo il voto in giunta sul caso Gregoretti

“Mi fa piacere che Gasparri abbia ammesso che si è trattato di una valutazione politica –ha affermato Maiorino-. I componenti della giunta invece dovrebbero dare una valutazione giuridica e dovrebbero essere messi nelle condizioni di farlo. Quando si è richiesto un approfondimento dal punto di vista sanitario sui migranti dopo lo sbarco, il presidente Gasparri l’ha negato, il suo voto è stato determinante in questo senso. I presidenti della giunta e del Senato dovrebbero avere un ruolo super partes, in questo caso di super partes non c’è stato nulla, da qui la nostra decisione di non concorrere a questo teatrino dell’assurdo che si è cercato di mettere in piedi. Aver tenuto in quelle condizioni igieniche precarie su una nave che non è adibita al trasporto passeggeri così tante persone, anche malate, potrebbe aver provocato un acuirsi dell’infezione. Noi non lo sappiamo questo, avevamo chiesto un approfondimento. Quando Gasparri dice che è stata fatta una valutazione politica è una cosa grave, perché la valutazione politica si può fare in Parlamento, all’interno della giunta invece bisognerebbe esprimere una valutazione oggettiva, fondata sui dati. Peso delle elezioni in Emilia? Fin dall’inizio Salvini ha deciso di fare il martire, eventualmente la strumentalizzazione elettorale è solo quella della Lega. Vedremo quello che accadrà in Parlamento, se la Lega manterrà questa linea anche in aula”.

Decisione su Gregoretti fu collegiale?

“Il presidente Conte aveva già avvisato più volte di fare il ministro degli interni e di non fare ingerenze su altre questioni non di sua competenza. Il premier si era speso molto per la redistribuzione e lo aveva ottenuto. Ma è una cosa che non conveniva a Salvini che altrimenti non poteva continuare con la sua propaganda, se gli si sottrae il nemico non ha più argomenti. Per questo lui continuava su quella linea, sebbene non vi fosse più motivo perché l’Europa aveva accettato la redistribuzione”.