Cervelli in fuga? I giovani in fuga all’estero in cerca di lavoro sono in costante aumento. È davvero necessario andare via dal nostro Paese? Scopriamo i dati statistici e cosa ne pensano gli studenti del Liceo Farnesina.

Cervelli in fuga: Dati statistici sul fenomeno

Il flusso degli italiani che decidono di trasferirsi determina una perdita di figure qualificate per il Paese. Nel 2018 più della metà di chi è partito è in possesso di un titolo di studio medio-alto, si tratta di 33mila diplomati e 29mila laureati. Ad andarsene sono soprattutto coloro che si trovano nel pieno dell’età lavorativa, fra i 35 e i 49 anni (circa 5 milioni di persone sono già andate via). Perché i giovani-adulti cercano lavoro all’estero?

Fuga dei cervelli: i 3 motivi principali

I motivi per la quale ciò succede sono numerosi, basti pensare all’elevato tasso di disoccupazione presente in Italia. Una delle cause principali è sicuramente il fatto che trovare lavoro all’estero permette di veder riconosciute le proprie qualità e tutti i sacrifici sostenuti durante il percorso di studio. Un altro problema è quello degli stipendi che all’estero sono a misura di professionista, mentre in Italia bisogna elemosinare per ottenere dei contratti che sono a tempo determinato e non danno alcuna garanzia. È davvero necessario andare via dal nostro Paese?
Secondo il vice-presidente esecutivo della Luiss Attilio Oliva, gli studenti vedono all’estero università che funzionano, che investono, che fanno bene ricerca e che valorizzano i talenti, è questa la grande attrattiva che richiama oltreconfine. I giovani lavoratori faticano ad impegnarsi in investimenti a lungo termine e scelgono con più facilità di rompere i legami con i paesi di nascita e partire alla ricerca di opportunità di lavoro più gratificanti. Non si va più all’estero solo per imparare l’inglese; i giovani hanno capito che si può trarre molto di più da una esperienza lavorativa fuori dai confini nazionali.

Giovani e lavoro: l’estero davvero è una opportunità?

Può un’esperienza di studio all’estero aiutare a trovare lavoro? Studiare un periodo all’estero permette di costruire una rete professionale internazionale che sarà preziosa anche negli anni successivi. Poter vantare un’esperienza di lavoro fuori dall’Italia dà un vantaggio competitivo poiché permette di far risaltare il proprio profilo rispetto a quello di altri candidati.

Secondo noi.

Alla fine si potrebbe non parlare di cervelli in fuga, bensì di studenti che sono alla ricerca di opportunità lavorative migliori e di fare esperienze di vita formative e coinvolgenti. D’altronde siamo tutti cittadini del mondo.

A cura di Vallone Lorenzo, Micucci Gianluca e Zibellini Federico del Liceo Farnesina che hanno partecipato al P.C.T.O. presso Radio Cusano Campus.