Imma Battaglia, attivista Lgbt, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Per Checco Zalone in Italia c’è una psicosi del politicamente corretto

“Quando sentii la canzone di Zalone sugli omosessuali mi feci una risata –ha affermato Battaglia-. Trovo pesante il livello a cui siamo arrivati. L’ironia è il sale della vita, è anche sintomo di intelligenza. L’obiettivo che tutti noi abbiamo nella vita è quello di una società intelligente, matura, che non ha bisogno di leggi o attenzioni nevrotiche rispetto alla diversità. Quello che è accaduto è il contrario rispetto a quello a cui ambivo, di una società inclusiva. Oggi questa esasperazione è frutto di una comunicazione che è completamente cambiata. I social hanno cambiato le prospettive del rapporto di massa. Ma è anche il risultato di una classe politica che, seguendo in maniera ridicola i social, non fa altro che incitare all’odio e allo scontro. Oggi abbiamo leader politici che fanno i fascistelli, ma vengono favoriti anche dall’eccesso del politicamente corretto. L’esasperazione arriva da tutti, arriva da quelli contro e da quelli pro. Anche il politicamente corretto estremo è fastidioso. L’esasperazione crea discriminazione, aumenta l’odio. Lobby gay? Esiste ed è fortissima, in questo momento è governativa. Preferirei che uscissero allo scoperto, anche perché non ti fa essere ricattabile. Quando non ero dichiarata soffrivo molto, perché mi scambiavano sempre per maschio. Oggi mi sento una persona molto più tranquilla. Ma la discriminazione non è certo terminata nei miei confronti anche perché io dico sempre quello che penso. Mia moglie Eva mi dice sempre di darmi una calmata. Film di Ozpetek? Ferzan rappresenta tantissimo la sua quotidianità di persona omosessuale, con una poesia e un romanticismo che è di Ferzan. Io se potessi fare un film con la mia storia, rappresenterei anche gli aspetti molto black che ho vissuto agli esordi. Non è tutto rosa e fiori, ci sono degli aspetti che anche per me sono stati sconvolgenti. Il mio primo impatto con la comunità omosessuale a Roma è stato traumatico, mi sono sentita come nell’inferno di Dante. Non stavo bene, ci ho messo tanto ad elaborare certe cose, a farle diventare un concetto di libertà. Ferzan invece è una persona estremamente profonda, sentimentale, è una persona che si colloca nella poesia, non posso immaginare un Ferzan noir”.