Donne schiave dei giudizi maschili e da un’industria culturale che sottrae loro valore e riconoscenza, è prassi comune all’alba del 2020. Senza allontanarci troppo dall’attualità, Nilde Iotti, da eroina della vecchia politica, prima donna a capo di Montecitorio, è stata trasformata in donna procace, dalle spiccate capacità erotiche – amorose. Come se la vita privata e quella pubblica fossero una cosa sola, come se non avessero altri talenti e abilità oltre a quelli di bassa lega.
“La nostra è la società dell’immagine, si tende a dare più importanza a come ti vesti, a cosa dici, a come ti comporti, che a quello che sei, ai valori che hai – ha spiegato l’editore di Dol’s, Caterina Della Torre, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – racconto le donne da vent’anni, le seguo e ho visto in loro un cambiamento sostanziale: hanno più rispetto di se stesse, di quello che fanno, e spero il cambiamento vada avanti con le giovani donne, è a loro che lasceremo il futuro. La politica promette, ma non mantiene, le donne lo hanno capito.”
Donne meritevoli in un sistema antimeritocratico
Una certa politica contemporanea riconosce loro buoni meriti, “in Finlandia, in Croazia, in Serbia, ci sono donne premier. Questi ultimi due paesi sono a due passi da noi – ha spiegato Della Torre – consiglio alle donne di studiare, le statistiche ci fanno sapere che siamo più brave degli uomini, ma non abbiamo esponenti di rilievo in politica.”
La funzione della comunicazione
“In passato le donne non lottavano per il loro lavoro, per la loro vita, oggi sì – così si è congedata l’editore Caterina Della Torre – vent’anni fa non c’erano siti internet rosa. E’ la comunicazione che ha permesso loro di farsi conoscere. Altra cosa importante, a cui non si dovrebbe rinunciare, è di avere un network di sostegno, al femminile.”