L’Italia è al trentaquattresimo posto nel mondo per la qualità della sua scuola. Un dato importante, nonostante i problemi che affliggono il sistema dell’istruzione. Ma cosa ne pensano i docenti, gli studenti e i genitori? Ecco le loro opinioni.
La Scuola Italiana: cosa ne pensano gli studenti?
La scuola italiana ha avuto delle riforme istituzionali che la adeguassero sempre di più alle esigenze formative del mondo del lavoro e alla formazione permanente universitaria, ha inserito percorsi di competenze trasversali all’orientamento (PCTO) che alternassero alla scuola percorsi di esperienza lavorativa in relazione agli indirizzi di studio, risulta ancora agli studenti insufficiente per l’inserimento nel mondo del lavoro in modo complementare ed armonico all’autorealizzazione della persona.
Secondo le opinioni degli studenti, la scuola italiana non migliora mai del tutto e non prepara adeguatamente i ragazzi al futuro. Dovrebbe avere una visione più internazionale, usare maggiormente la tecnologia e dotarsi di un piano di studi al passo con i cambiamenti.
Gli alunni spesso arrivano dalla scuola dell’obbligo o impreparati o adeguatamente preparati e a volte il senso di appartenenza, la condivisione dei valori educativi e dei traguardi di competenza tanto del biennio quanto del triennio sono una prerogativa di una parte del consiglio di classe. Questo svilisce l’entusiasmo e la motivazione dei ragazzi più bravi e crea ulteriori difficoltà ai ragazzi che vivono un disagio. Questo dovrebbe prevedere una maggiore preparazione sul piano psicologico dei docenti.
Cosa ne pensano i docenti?
La figura del docente oggi richiede una formazione continua e resiliente per gestire la complessità della professione e per adeguarsi ai traguardi di uscita e alla formazione degli studenti che aumentano per quantità e diversità delle loro esigenze e delle aspettative crescenti delle famiglie e del raggiungimento dei nuovi traguardi educativi relativi alla quarta rivoluzione industriale.
Qual è, invece, l’opinione dei genitori?
Solo un genitore su cinque ritiene che gli standard scolastici siano migliorati, infatti, la maggior parte boccia le aule e gli insegnanti: classi troppo numerose definite “classi pollaio”, professori assenti per lunghi periodi perché pendolari o non pensionabili, danneggiando spesso lo svolgimento dei programmi professionalizzanti, a volte sono ai primi anni di servizio e mancano di esperienza didattico-metodologica.
Articolo a cura di: Arduini Jacopo, Villanueva Butch, Maddalena Davide, Guzman Saul, Lupaioli Daniele – studenti dell’Istituto Einstein Bachelet che hanno partecipato al P.C.T.O. presso Radio Cusano Campus