Natale 2019: l’accensione di Spelacchio ci ha naturalmente proiettati in un’altra atmosfera, non sempre d’aiuto. E’ durante questi giorni dell’anno che risentiamo maggiormente delle assenze, e delle presenze: come fare? “Siamo predisposti, dalla nostra evoluzione biologica, ad avere paura del buio, dello stare da soli, del freddo: tutti fattori di rischio per la nostra sopravvivenza – ha esordito Grazia Attili, docente di Psicologia Sociale – nel periodo di Natale le ore di luce sono pochissime, tendiamo a superare il senso di solitudine stando con le persone che amiamo.”
Le persone assenti
Sia che si tratti di un’assenza temporanea, che di una rottura definitiva, il vuoto di chi abbiamo amato pesa. “Sentiamo che la nostra sopravvivenza è a rischio – ha spiegato Attili – per questo a Natale si amplifica il senso di dolore; così come si amplifica il piacere di stare con le persone amiche, familiari, persone a cui vogliamo bene, con cui stiamo bene.”
Le persone sole
Natale: come sarà per chi è solo? “Sarà un periodo d’angoscia. Durante le festività chi è solo sta malissimo. Far leva sui ricordi, ricostruire giorni felici, mantenere contatti con le persone lontane o parlare di chi non c’è più con le persone a cui vogliamo bene aiuta – ha aggiunto Grazia Attili – godere della presenza degli altri è meglio che affannarsi ad acquistare, cose inutili magari. Le festività natalizie possono creare situazioni piacevoli o estremamente conflittuali. Anche rivedere i parenti e rivangare vecchi torti, o conflitti irrisolti, è un rischio. Se non si è superato l’abbandono o se non si è accettato il coniuge nuovo può venir fuori qualche episodio spiacevole.”
Gli uomini e le donne vivono diversamente i periodi di festa, hanno un modo di intrattenere le relazioni completamente diverso. “Le donne hanno un cervello che le spinge a dare molta importanza ai legami di famiglia – si è congedata la professoressa Attili – mentre gli uomini non è che non provano amore o affetto, ma provano emozioni in maniera diversa.”