Marco Marin, Campione di Sciabola, produce un grande affondo, trasversale, che ci chiama tutti a combattere il razzismo e i suoi interpreti

Intervista al Campione Mondiale e Olimpico di Sciabola, oggi deputato della Repubblica Italiana deputato firmatario di una importante proposta, che prevede il carcere per chi si macchia di atti razzisti nelle sedi delle manifestazioni sportive

 

Marco Marin ha fatto parte di una meravigliosa generazione di sciabolatori capace di vincere tanto, nel mondo: è intervenuto per produrre un grande affondo, ai microfoni della radio dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, Radio Cusano Campus.

“Lo sport insegna alcuni valori che ti rimangono dentro per sempre, come la capacità di vincere o perdere, lo stare insieme agli altri e il rispetto, profondo, nei confronti di chi, come te, affronta le competizioni”.

Un rispetto così profondo, Onorevole Marin, che l’ha spinta a presentare un disegno di legge che prevede addirittura il carcere per coloro che si macchiano di un reato a sfondo razziale durante la competizione sportiva.

“All’interno delle manifestazioni sportive, di tutti gli Sport. Perché nasce dall’impegno olimpico: quando andavo nei villaggi olimpici onestamente incrociavo gli altri atleti non notavo se incrociassi campioni verdi, blu o viola. Non ho di queste cose. Erano tutti amici, magari avversari mai nemici, con i quali condividi l’impegno di venti anni per quel giorno lì. E li stimi e li rispetti profondamente. Questi sono i valori che ho imparato fin da bambino da quando frequentando lo sport, e siccome le manifestazioni sportive vanno i nostri figli, le nostre famiglie, credo che certi comportamenti a sfondo razzista non possono esistere anzi vanno fermati, con fatti concreti. E ringrazio chi l’ha voluta firmare e condividere con me”.

E’ una ratio che però collide con alcuni aspetti pratici quali l’individuazione del colpevole o di quei cinque deficienti che si mettono a fare gli ullulati razzisti, andarli a prelevare all’interno di migliaia di tifosi e condurli fuori dallo stadio, è una impresa, mi permetta, di dire che è complicato attuare.

“Ho parlato con i servitori dello Stato, e mi hanno spiegato, soprattutto con i microfoni si individuano le persone. Magari ce ne sono 80000 e magari ce ne sono 3 che rovinano tutto il pubblico, tutto lo stadio perché se a lei dessero del razzista lei si offenderebbe personalmente. Rovinano il nome di una città che diventa addirittura razzista per tutta Europa, non solo in Italia, o nel mondo. Gli strumenti per individuarli ci sono, è una cosa che richiede lo sforzo di tutti. E lo dobbiamo fare tutti assieme”.

Marin, Campione di Sciabola più volte premiato in sede internazionale e presente a 3 edizioni dei Giochi Olimpici, prosegue spiegando le sponde che ha cercato. E trovato: “Il vicepresidente della FederCalcio, l’Onorevole Sibilia, ne ho parlato con Gravina, presidente F.I.G.C., l’hanno firmata l’ex sottosegretario allo Sport Giorgetti e Graziano Del Rio, sono con me e l’hanno firmata. Voglio che la firmino tutti!”.

E’ deciso, l’azzurro di una generazione stupenda di atleti, che poi produce il pensiero strettamente personale, sul delicato argomento della lotta al razzismo: “Voglio che questa brutta cosa si fermi una cosa che da un mio punto di vista è odiosa, e non più sopportabile. Già è odiosa, l’ingiuria razziale, etnica, religiosa, nazionale, quando avviene dove vanno le famiglie, in un campetto di periferia, dove c’è lo spirito emulativo, purtroppo, lei capisce il messaggio culturale: credo che spetti a noi, risolvere il problema”.

E Marin legge la prospettiva dall’ottica dei media: “Come fanno i giornali, la televisione, la radio, ma noi abbiamo una responsabilità, nel sedere in Parlamento, sennò scaldiamo la sedia e questo non è ammissibile. Vuole intestarsela il Governo e togliere il mio nome? Lo faccia”.

Sperando di ottenere la più ampia trasversalità, le diciamo anche che nei mesi scorsi è intervenuto Ferruccio Taroni, l’addetto a rappresentare i responsabili della sicurezza, gli steward. E lui, sposando questi concetti, si rendeva conto che è difficile, andarli a prelevare, i colpevoli, per chi non fa corsi d’aggiornamento ed è sottopagato; ficcarli in un gruppo di ultrà inferociti…

“Io ringrazio la trasmissione e la radio per dare voce a questa proposta: più ne parliamo meglio è, e stimoliamo gli altri, a farlo, e quindi vi ringrazio. Secondo: voglio liberare proprio le società di calcio, che non possono essere vittime, tante volte, di queste persone; voglio liberare i loro steward. Di fatto lo Stato non può abdicare, a questo, anche dando il compito a Magistratura e Forze dell’Ordine. Io faccio il medico, siedo in Parlamento e ho avuto un passato sportivo”.

Aggiungeremmo un glorioso, passato sportivo!

“Grazie. Sono stato anche portabandiera della Nazionale Italiana a Barcellona con il grande Abbagnale, lui in apertura, io alla cerimonia di chiusura. Tornando alla questione la F.I.G.C. è d’accordo e Gravina è d’accordo, il CONI con Giovanni Malagò è d’accordo. I tecnicismi li lasciamo alle Forze dell’Ordine. Io so che ci sono gli strumenti ci sono perché l’ho chiesto, ma capite che una persona entra e comincia a comportarsi in un certo modo, e sa che va in galera, ci pensa, tre, quattro, cinque volte. E smetteranno tutti. In Gran Bretagna ci sono addirittura le asticelle perché le manifestazioni devono essere momenti di festa; non posso diventare delle guerre”.

Lo sport talvolta riflette ciò che accade nella società. Ma il mondo dello sport continua a rispondere con ironia e distinguo. E’ un fenomeno che investe tanti settori, della società, di più ampia portata.

“Sì, lo Sport può insegnare tanto. Ma nel mondo dello Sport non esiste, il razzismo. Nei mesi scorsi ascoltando Roberto Mancini, C.T. della Nazionale, è un allenatore quindi un educatore. Ha usato delle parole dirette che dovremmo ricordare tutti, ed è stato chiarissimo: la condanna che arriva dal Calcio e dallo Sport è netta. Tutto c’è, nello Sport meno che il razzismo, c’è l’ammirazione per chi è più bravo di te, per quello che fa meglio! Se vinci tu, impara a stare meglio con gli altri. L’ingiuria razzista la inseriamo nelle manifestazioni sportive e diamo l’esempio”.

Onorevole Marin, più si va verso questa profonda iniziativa, più si mettono in condizione le società di non subire più i ricatti, da una parte delle curve!

“Non possiamo per uno o due deficienti che il mondo dello Sport o del Calcio vengano inficiati da questi”.