Gianfranco Rotondi, vicepresidente dei deputati di Forza Italia e presidente della fondazione Democrazia Cristiana, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Fondazioni politiche
“Io sono stato tesoriere del Cdu, tempo fa c’erano regole più semplici e maggiore controllo sui tesorieri -ha affermato Rotondi-. Qualsiasi cifra spendessi sopra i mille Euro dovevo avere un via libera dalla direzione. Noi anche ricevevamo dei contributi, non moltissimi in quanto eravamo un piccolo partito. Il finanziamento pubblico era meglio, perché quello privato porta dei condizionamenti che non sempre sfociano in attività delittuose, ma sono comunque condizionamenti. La politica ha i suoi costi, ci sono state delle deviazioni, ma in tutto il mondo, sia col finanziamento pubblico sia con quello privato. Serve una diffusione di cultura politica tale per cui i cittadini guariscano dal virus dell’ignoranza dell’anti politica. Con la rete ognuno ha peso il telefonino e nel frastuono per farti sentire la devi sparare grossa, da qui le fake news che io chiamo cazzate, le ingiurie, l’attacco alla politica. Grillo ha fatto la rivoluzione antipolitica, può darsi che la controrivoluzione la farà lui perché è molto più intelligente di quello che l’hanno seguito”.
Inchiesta fondazione Open
“C’è ancora da vedere cos’è successo. Noi commentiamo scampoli di intercettazioni, atti che dovrebbero rimanere protetti invece finiscono sui giornali. A me tutta questa esasperazione mediatica sembra più un’aggressione a Renzi, che per molti è un personaggio scomodo. Il problema non è la magistratura che indaga su Open da tempo e fa il suo lavoro, ma chiunque prende atti di un’indagine e gli dà un valore superiore a quelli che realmente hanno. Come dal ’92 in poi non si va in cerca dell’assassino, ma si va in cerca del delitto. In Italia prima che ci sia un delitto cerchiamo l’assassino”.