Sciopero corrieri Amazon, Walter Barbieri, coordinatore nazionale logistica Uil Trasporti, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “I corrieri sono tornati a lavorare, con una particolarità: hanno messo il codice della strada sui furgoni. Non hanno più intenzione di contravvenire alle regole del codice della strada per colpa dell’algoritmo. Quando i fornitori prendono questi appalti da Amazon devono chiarire che le consegne non possono essere fatte da un ragazzo solo nella grandi città, quantomeno bisognerebbe aumentare gli addetti. Non è solo la consegna, ma cosa succede quando clicchi l’acquisto. Si muove un magazzino, c’è uno sfruttamento disumano di questi lavoratori. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra domanda ed offerta, ci stiamo provando, non è facile con Amazon. Anche chi governa ci dovrebbe dare una mano, invece sembra che le soluzioni dobbiamo trovarle solo noi”
Sullo sciopero degli addetti alla distribuzione delle merci collegati ai poli di smistamento di Brandizzo (Torino) e Marene (Cuneo) di Amazon
“Lo sciopero si è già svolto, ieri sono rientrati a lavorare tutti i driver, con una particolarità: hanno messo il codice della strada sui furgoni –ha affermato Barbieri-. Non hanno più intenzione di contravvenire alle regole del codice della strada. Secondo gli algoritmi che Amazon dà ai corrieri bisogna bruciare tutto quanto e multe, danni ai mezzi e quant’altro vanno poi a carico dei lavoratori. Prendiamo Roma, i parcheggi dedicati allo scarico delle merci sono sempre occupati da altri e questi ragazzi cosa devono fare? Devono mettere i mezzi in doppia fila e si beccano la multa. Se non riesci a fare le consegne devi fare i rientri e i rientri vengono addebitati al lavoratore. Da Amazon sembra ci siano segnali che si possa fare un incontro con i sindacati, qualche idea su come risolvere i problemi noi ce l’abbiamo, certo è che i fornitori quando prendono questi appalti da Amazon devono chiarire che le consegne non possono essere fatte da un ragazzo solo nella grandi città, quantomeno bisognerebbe aumentare gli addetti. Ormai il mondo dell’acquisto è cambiato, però dal momento in cui faccio l’acquisto sul cellulare immaginate cosa si innesta dietro questo acquisto. Non è solo la consegna, ma cosa succede quando clicchi l’acquisto. Si muove un magazzino, c’è uno sfruttamento disumano di questi lavoratori. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra domanda ed offerta, ci stiamo provando, non è facile con Amazon. Anche chi governa ci dovrebbe dare una mano, invece sembra che le soluzioni dobbiamo trovarle solo noi”.