Molto attuale e sempre più diffuso tra i giovani, il fenomeno Hikikomori arriva anche in Italia e coinvolge circa 100 mila persone. Alla scoperta della sindrome di Hikikomori.

Sindrome Hikikomori: cos’è?

L’Hikikomori (hiku “tirare”; komoru “ritirarsi”) è un termine giapponese usato per riferirsi a coloro che hanno scelto di “ritirarsi” dalla vita sociale. Le cause di questo fenomeno sono date da fattori personali e sociali di varia natura; tra questi sono la mancanza di figure paterne, che di solito esercitano sui figli violenza, e una morbosa attenzione dalla figura materna, impedendo uno sviluppo psicologico autonomo, e una grande pressione verso l’autorealizzazione e successo personale. 

Sono soprattutto i giovani maschi, nella fascia d’età 14 – 30 anni, a soffrirne: si chiudono in camera per giorni, mesi, a volte anni, con contatti minimi con l’esterno attraverso internet, dietro cui nascondono il loro disagio.

Quali sono invece i sintomi?

I primi sintomi sono il cambio di atteggiamento, oppure una doppia facciata, nel senso cambiare opinioni tra la casa e la società. Dentro casa hanno un atteggiamento solitamente non accettato dalla società mentre uscendo dalla propria abitazione cambiano totalmente il proprio atteggiamento. A causa di questo comportamento la persona crea una propria instabilità sentimentale, cioè il non potere esprimere le proprie opinioni liberamente, quindi ciò causa molto stress e può portare l’autoisolamento per evitare tale disagio.

Hikikomori: come uscirne?

Per uscire da questo disturbo mentale, si può eseguire un percorso terapeutico che può durare per diversi mesi o anni. Ma fondamentale è la volontarietà dell’atto per uscire da quella zona di comfort acquisita e rientrare nella propria sfera sociale ed affettiva. Tuttavia, dato che non è semplice avviarsi verso questa consapevolezza, esistono dei “facilitatori”: volontari che pazientamente lavorano per convincere il ragazzo/a a trasferirsi in una comunità per ricevere aiuto.

Differenze tra NEET e il fenomeno Hikikomori

Il NEET è una persona solitamente giovane, tra 16-24 anni che non ha interesse per una formazione educativa e lavorativa. Al contrario del Hikikomori, il NEET non ha alcun di disturbo ne disagio ad uscire di casa e parlare liberamente con altre persone, però preferisce stare in casa dato che non ha una occupazione lavorativa e neanche di studio. Questo fenomeno è abbastanza diffuso soprattutto a causa della difficoltà di trovare lavoro, pertanto il NEET perde totalmente interesse a cercarne uno.

 

 

Articolo a cura di: Peri Paolo; Carl Mitch Cunot Pacheco dell’Istituto Matteucci –  che hanno partecipato al P.C.T.O presso Radio Cusano Campus