Marco Pellegrini, senatore del M5S, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Riguardo l’ex Ilva
“La posizione principale del M5S è che non si può barattare il lavoro con la salute, bisogna interrompere questa spirale di ricatto -ha affermato Pellegrini-. C’è la possibilità sia industriale sia tecnologica di percorrere questa via, coniugare lavoro e saluto. Sgomenta la posizione di Mittal che ha messo in essere una serie di iniziative in violazione dei contratti che ha stipulato. La narrazione di questi giorni non corrisponde alla realtà. Si è parlato giorni e giorni di scudo penale, ora fortunatamente si è capito che quella era solo una scusa, forse qualcuno anche nell’informazione ha cominciato a guardare le carte e ad approfondire la faccenda ed è venuta fuori plasticamente l’inadempienza di Mittal e la sua volontà di chiudere che probabilmente c’era fin dall’inizio. Lo scudo penale fu previsto per i commissari e poi è stato esteso agli affittuari. La questione dello scudo penale è strumentale. Quando Arcelor presentò la proposta che poi fu tramutata in contratto, era previsto che lo scudo penale avesse termine il 29 marzo 2019. Futuro Ilva? Quel polo siderurgico è stato ritenuto per legge come strategico per il nostro Paese, ci hanno detto per anni che la produzione d’acciaio serve a una serie di nostre aziende e non produrlo più danneggerebbe il sistema Paese. Però la produzione non può prescindere dal dato sanitario, non si possono ammazzare le persone per produrre. Quindi la produzione deve essere fatta in modo che non sia dannosa per lavoratori e residente. E’ previsto un piano ambientale che Mittal non ha attuato del tutto. Bisogna portare a compimento tutte le operazioni previste dal piano ambientale e magari prendere in considerazione anche tecnologie diverse per produrre acciaio, perché quelle di Taranto sono ottocentesche. A me piacerebbe che l’Ilva di Taranto non ammazzasse più le persone. Produzione e tutela della salute devono andare di pari passo”.