L’ex sottosegretario al ministero dell’Economia Massimo Garavaglia (Lega), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sull’ex Ilva. “Se l’Ilva salta si va in recessione -ha affermato Garavaglia-. L’effetto sul sistema Paese è enorme. Se chiude l’Ilva dopo due settimane non c’è più la materia prima per Genova, Piombino, Novi Ligure, mezzo Paese rimarrebbe toccato da questa cosa. Oltre all’impatto sugli investitori esteri, chi verrà più a investire da noi. Sarebbe una bomba sistemica sul sistema Paese. Arcelor? Se in questa situazione difficile gli alzi la palla poi quelli schiacciano, l’errore è marchiano, togliendo lo scudo penale sono stati messi in condizioni di vantaggio. Lo scudo penale va rimesso anche se adesso è tardi perché l’atto di recesso è stato depositato. Il problema vero sono i contratti e i contratti seguono Mittal. La situazione in cui si è messo il governo è molto complicata”.

Sulla manovra. “Si fa davvero fatica a trovare qualcosa di positivo in questa manovra. Non è aumentata l’Iva, vabbè bella forza, non è mai aumentata prima tranne che nel governo Letta. Il non aumento vuol dire che resta uguale quindi per il cittadino non cambia niente. Poi ci sono le tasse, le chiamano micro tasse ma proprio micro non sono. Sono fastidiose e anche stupide. Si guardi la plastic tax. Noi proponiamo il modello tedesco: compri la bottiglietta di plastica, la riporti in negozio o al Comune e ti danno il bigliettino per ottenere lo sconto sulla nuova bottiglia che comprerai. Avremo gente in giro per i campi a raccogliere le bottiglie di plastica. Se tu tassi solo le aziende italiane che fanno il packaging le danneggi e favorisci le aziende straniere. Anche la sugar tax ha lo stesso effetto. La Campari è leader nel mondo, ma lì dentro c’è un po’ di zucchero. Quindi danneggiamo una delle nostre eccellenze a livello mondiale? Queste sono tasse che vanno proprio cancellate. Il problema è che queste tasse fanno gettito”.

Su Venezia. “Anche l’anno scorso c’è stato un grosso problema di questo tipo in Veneto e Trentino, pronti via nel decreto fiscale abbiamo trovato 500 milioni subito, ci aspettiamo che anche adesso venga fatto questo –ha affermato Garavaglia-. Quando succedono questi disastri bisogna aprire subito il portafoglio e mettere una toppa immediatamente. Mose? Purtroppo l’Italia è così. Si mettono davanti tutte le complicazioni del mondo rispetto alla sostanza. Mentre si fanno tutti gli approfondimenti giuridici del mondo, l’opera deve andare avanti. Su questo dovremmo tutti fare un po’ più sistema Paese. Probabilmente se il Mose fosse stato terminato, i danni sarebbero stati minori a Venezia”.