Rovereto, il barbiere che si dedica ai bambini autistici: “Non sono un eroe, ho solo adottato delle accortezze per loro. E’ bello vedere sia il sorriso dei bambini che dei loro genitori”

Si chiama Christian Plotegher, è il titolare di “Barber Factory 1975” a Rovereto (Trento) ed ha avviato un’iniziativa davvero lodevole: ha messo a disposizione un giorno alla settimana (il suo giorno di riposo) il proprio negozio per accogliere, previo appuntamento, bambini e ragazzi autistici. Ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus, Christian Plotegher ha spiegato: “Non sono un eroe e non faccio niente di strano, faccio solamente il mio lavoro. Non ero a conoscenza delle difficoltà di alcune persone ad entrare in un negozio frequentato da altre persone. I ragazzi autistici percepiscono tutto in maniera amplificata, quando li accolgo in negozio abbasso il volume della radio, abbasso le luci, per creare un ambiente più favorevole a loro. Tante volte non mettiamo in atto certe accortezze perché non siamo a conoscenza di certe problematiche. Con un piccolo gesto si può fare molto. E’ bello vedere sia il sorriso dei bambini che dei loro genitori”.

“Tutto è cominciato grazie a Tommy –ha raccontato Christian-. Avevo appena aperto e sua madre mi ha chiamato dicendo se avevo tempo per tagliare i capelli a suo figlio, avvisandomi che aveva una leggera forma di autismo. Ho detto: proviamo. E’ arrivato e non è stato semplice, anche perché si muoveva un pochino. Piano piano però ci siamo riusciti. Mentre lo facevo sua madre mi raccontava che all’estero fanno delle ore di quiete nei negozi, abbassando la radio e le luci, per creare una situazione un pochino più favorevoli a questi bambini. Quindi appena ho salutato Tommy e sua madre ho deciso di voler fare questo e introdurre un giorno di quiete dedicato proprio ai ragazzi autistici. Ho chiesto aiuto a lei come fare, lei mi ha messo in contatto con Simone Stabilini, che è autistico, e mi ha spiegato meglio di chiunque altro la situazione. Ho dei disegnini per spiegare a questi bambini cosa gli accadrà quando si siederanno per farsi tagliare i capelli, in modo che siano già predisposti. Ovviamente non è sempre semplice, su 10 che ne ho fatti fino ad ora, con due-tre non è stata una passeggiata, però col tempo spero che andrà sempre meglio. Una volta al mese vado anche nelle strutture dove ci sono ragazzi che non possono venire nel mio salone e gli taglio i capelli”.