Rigopiano, parla l’ultimo sopravvissuto: “Speravamo che la tragedia si fermasse quel 18 gennaio, purtroppo va avanti ancora oggi per noi che siamo rimasti. Ogni giorno esce una notizia sconvolgente, è sempre più buio, mi sembra di stare ancora sotto le macerie. C’è un’asta vera e propria di oggetti sporchi del sangue di 29 persone. Dall’inchiesta delle Iene capiamo che oltre al processo di Rigopiano e al depistaggio, c’è anche il depistaggio del depistaggio. Qua ci vogliono far bere quello che loro vogliono, la verità non uscirà mai”
Giampaolo Matrone, ultimo sopravvissuto alla tragedia di Rigopiano, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Messi all’asta i vini dell’hotel Rigopiano. “Speravamo che la tragedia si fermasse quel 18 gennaio, purtroppo Rigopiano va avanti ancora oggi per noi che siamo rimasti –ha affermato Matrone-. Ogni giorno esce una notizia sconvolgente, è sempre più buio, mi sembra di stare ancora sotto le macerie. C’è un’asta vera e propria di oggetti sporchi del sangue di 29 persone. Una vasca idromassaggio, un divanetto, il tavolo da biliardo, le bottiglie di vino. E non riesco a immaginare una persona che possa comprarsi una bottiglia di quelle. Si sono presi tutto, anche i segnaposto dei tavoli, anche i telefonini di vittime non si trovano, sono spariti. Non c’è ancora una verità, uno spiraglio di luce e tutti i giorni devono sentire notizie brutte. Vedendo il servizio delle Iene scopro novità che neanche io e gli altri sapevamo. C’è un processo di Rigopiano, c’è il depistaggio e il depistaggio nel depistaggio. Il tenente che doveva indagare ha tenuto nel cassetto una lettera di richiesta d’aiuto. Qua ci vogliono far bere quello che loro vogliono, la verità non uscirà mai. Non vedevamo l’ora di far partire il processo di Rigopiano per conoscere la verità e avere un po’ di giustizia. Qui ancora non siamo partiti e già siamo al 2020″.
“Comincia a uscire molta verità e cominciano ad avere paura, perché sono tutte persone dello Stato. Se i colpevoli fossero stati i cittadini avrebbero pagato già il prezzo. Io sono sempre in prima linea per la lotta di Rigopiano. Per quanto riguarda la mia situazione ho deciso anche di ricominciare un po’ a vivere, non voglio essere la 30esima vittima. Lo devo a mia moglie, a mia figlia e alle 29 vittime. Sto cercando di riprendermi. A livello economico non abbiamo visto un Euro dei soldi stanziati dal governo gialloverde. Io a causa della tragedia di Rigopiano ho perso tutto. Non lavoro in pasticceria. Devo comprarmi la macchina automatica. Che cosa vogliono? Che ci allontaniamo, che non siamo più presenti? Gli avvocati degli indagati ci hanno chiesto un clima di serenità, loro a noi. Poi veniamo a sapere che vendono le bottiglie, questi soldi che fine fanno?”