Michele Servalli, Ad dell’azienda che nel 2013 ha inventato il primo seggiolino antiabbandono, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Seggiolini antiabbandono, parla l’inventore: “L’idea è nata nel 2008 quando morì una bambina a Lecco. Dall’anno scorso, quando il ministro Toninelli mi ha coinvolto ho iniziato ad occuparmi di questo a tempo pieno. I seggiolini antiabbandono vanno dai 60 ai 1000 euro, la nostra versione costa 79 euro. Il governo ha stanziato 15 milioni di euro e ipotizzato un contributo di 30 euro per dispositivo. Al momento devono ancora definire le modalità con cui verrà erogato il contributo”

Sui seggiolini antiabbandono

 “Dopo il caso di Piacenza non ce la siamo sentita di rimanere con le mani in mano e abbiamo inventato questo prodotto. L’idea è venuta a me e a Carlo in due momenti diversi, io l’ho pensata nel 2008 quando morì una bambina a Lecco. Dopo aver sentito la notizia, dopo un primo momento di stordimento, ho pensato che sarebbe bastato un dispositivo che suonasse appena spegni l’auto. Con Carlo abbiamo iniziato a studiare la dimensione del fenomeno e visto che non c’era nulla al mondo che i produttori dei seggiolini avessero fatto e da lì ci siamo messi al lavoro. L’anno scorso, dopo il caso di Pisa, in 10 giorni ci furono 8-9 proposte di legge, il ministro Toninelli decise di attivarsi affinchè diventasse legge l’obbligo dei seggiolini antiabbandono, mi ha coinvolto e da lì in poi me ne sono occupato a tempo pieno. Ho fondato una società che si occupa esclusivamente di questo. Quando ti rendi conto che hai una soluzione a un problema di questa portata non puoi rinunciare e queste cose o le fai a modo e te ne occupi a tempo pieno oppure niente. Quando credi in una cosa o la fai o lasci stare, non si può farla a tempo perso. Ci siamo documentati e abbiamo capito che tutto il mondo scientifico sostiene che può capitare a tutti. Per spiegare esattamente il fenomeno uso questa metafora: se noi usciamo da casa di corsa e non prendiamo le chiavi, le dimentichiamo. Se invece noi prima di uscire di casa non troviamo le chiavi, le cerchiamo al solito posto e poi le troviamo dopo mezz’ora in un altro posto, questo è il blackout. Giudicare le persone è un modo per risolvere un problema interiore, inconsciamente abbiamo la paura che possa capitare anche a noi e allora sfoghiamo la nostra aggressività giudicando gli altri”.

Sui modelli in commercio

 “Al momento sul mercato esistono due tipologie di dispositivi, uno che suona subito appena spendo il motore e l’altro, quello nato dopo, che si basa su una connessione tra il bluetooth in auto e il cellulare che ti segnala l’abbandono, per questo li chiamiamo dispositivi ‘segnali di abbandono’ anziché ‘antiabbandono’. Se uno lascia il cellulare in macchina non funzionerebbe. I seggiolini antiabbandono vanno dai 60 ai 1000 euro, la nostra versione costa 79 euro. Il governo ha stanziato 15 milioni di euro e ipotizzato un contributo di 30 euro per dispositivo. Al momento devono ancora definire le modalità con cui verrà erogato il contributo. La ricompensa più importante per me è che da oggi in poi tutti i bambini saranno protetti”.