Sciopero benzinai, Zavalloni (Fegica Cisl): “Il 20% del carburante che viene venduto dalla rete distributiva italiana è clandestino e almeno 5 miliardi vengono sottratti alle casse dello Stato. C’è bisogno di regole, il problema è che se si mettono le regole non si prendono solo i furfanti con scritto furfante in faccia, si prendono anche quelli bravi che hanno un piede di qua e un altro di là. Pos e fatturazione elettronica? Le carte di credito sono essenziali per salvare la nostra vita, ma con queste commissioni bancarie noi corrispondiamo al sistema bancario oltre la metà del nostro margine lordo. In media un benzinaio guadagna 1000 euro al mese”
Alessandro Zavalloni, Segretario generale della Fegica Cisl (Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sullo sciopero dei benzinai. “Gli impianti di rifornimento carburanti sono diventati un luogo dove si pensa che si può fare tutto quello che si vuole. Secondo stime prudenti, il 20% del prodotto di carburante che viene venduto dalla rete distributiva italiana è clandestino. 6 miliardi di litri di carburante sono nelle mani della criminalità più o meno organizzata. Non c’è solo la mafia dietro, ci sono anche quelli in giacca e cravatta che vengono invitati ai convegni, vengono osannati, le pompe bianche che mettono a poco la benzina… e ci credo che mettono a poco la benzina, se non paghi l’iva sulle accise! Di questi 6 miliardi di prodotto, se lo vendiamo in esenzione d’imposta cioè clandestinamente, sono almeno 5 miliardi di Euro che vengono sottratti alle casse dello Stato. Dove sta la politica? Dove stanno le compagnie petrolifere? Dove sono le pompe bianche tanto brave? Dove sono le persone che dovrebbero avere il compito di fermare tutto questo? C’è bisogno di regole. Il problema è che se si mettono le regole non si prendono solo i furfanti con scritto furfante in faccia, si prendono anche quelli bravi che hanno un piede di qua e un altro di là. Quando si mette una rete ci finiscono dentro anche i pesci buoni non solo i cattivi. Siccome chiunque ha le sue magagne, le regole sono sempre a maglie larghe e assistiamo sempre di più alla crescita del fenomeno della criminalità organizzata in questo settore. Sono fenomeno che la politica, le forze dell’ordine conoscono. Il problema è avere controlli. Report si è fermato al confine con la Slovenia e ha filmato camion su camion che portano il prodotto ed entrano tranquillamente. Semplicemente non viene sdoganato perché il sistema è ancora troppo a maglie larghe. Il fenomeno non solo non è contenuto, ma è aumentato”.
Sul pos e la fatturazione elettronica. “Questa è la conseguenza del problema. I benzinai sono tra i primi a volere il Pos perché di contanti ne girano tanti e l’incasso è al 98% di qualcun altro. Incassando e movimentando contanti rischio sulla mia pelle. Qualcuno ci rimette la vita quindi le carte di credito sono essenziali per salvare la nostra vita. Tuttavia, avendo il margine del 2%, una commissione bancaria che arriva all’1,2% vuol dire avere corrisposto al sistema bancario oltre la metà del mio margine lordo. La rete è molto prolifica, perché c’è un grande giro di affari intorno. In media un benzinaio guadagna 18mila euro lordi all’anno, se ci si mette il 30% delle tasse, stiamo parlando di 1000 euro al mese, se gestisce l’impianto da solo”.