Pietro Oliva, professore di Fisica II presso l’Unicusano, è autore del libro Cosmogonie e Cosmologie. Un’opera, corredata di bellissime illustrazioni a colori, che offre un’ampia rassegna di come le diverse civiltà hanno immaginato le origini del nostro Universo.
Cosmogonie e cosmologie: intervista all’autore Pietro Oliva
Come nasce l’idea di pubblicare questo libro?
Nasce come una raccolta di curiosità su alcuni fisici che hanno fatto la storia e poi vira sulla raccolta delle idee della struttura del cosmo così come immaginata nelle varie civiltà. L’ispirazione nasce dalle lezioni in classe: noto, infatti, che gli studenti tendono a ricordare molto di più la fisica quando all’interno della lezione c’è una curiosità. Questo accade perché il cervello umano tende a registrare le amenità accanto alle cose importanti, lavorando per associazione.
L’altra parte dell’opera, quella sulla cosmogonia, attiene più propriamente all’astrofisica ed è dedicata al mio professore Francesco Melchiorri. Durante il corso di astrofisica, questo professore iniziò un excursus sulla storia dei popoli e sull’antropologia e tutti ci chiedevamo a cosa servissero queste nozioni, noi che eravamo lì per apprendere la fisica. Un giorno, spinto dai miei colleghi di corso, sono andato a chiedere (con il dovuto rispetto) a cosa servisse questo racconto sulla storia della scienza… e lui mi disse “sto morendo, il libro ce lo avete per studiare…io vi dò la meraviglia, vi meraviglio con la storia del percorso che i fisici hanno fatto!”. Trovai questa cosa così bella che l’ho voluto ricordare con l’idea di scrivere un libro sulla storia delle cosmologie e cosmogonie. Il libro è in suo onore.
Come è l’approccio degli studenti? Ti rivedi nei tuoi anni universitari?
Vedo che prendono appunti ed io cerco di capire se ho acceso la scintilla in loro. In realtà, spesso, si sottovaluta il ragazzo perché giovane; ma questa cosa non andrebbe fatta perché sono sempre esseri umani che hanno accessi limitati agli strumenti ma hanno un grande potenziale. Per questo devi trasmettere un’idea in modo semplice, mentre lo strumento matematico con cui si quantifica l’idea è complesso. L’idea si trasferisce con un momento di innesco, poi subentra la tecnica. La cultura, inoltre, è un bagaglio importante, ed è deprimente avere laureati super specializzati in dati settori ma senza un bagaglio di cultura generale.
Quale è la differenza tra cosmologia e cosmogonia?
Cosmogonie e Cosmologie, nel gergo comune entrambe identificano la narrazione sull’universo, dalla parte scientifica si usa impropriamente il termine cosmogonia per individuare una teoria scientifica. I significanti attendono a due aree semantiche del tutto distinte:
– Cosmogonia: la generazione del cosmo è un racconto mitologico, istituito da un “autoritas” che racconta come siamo stati creati e il perché dell’esistenza dell’uomo. La cosmogonia risponde alle domande: perché esiste l’uomo sulla terra, quale è il suo ruolo e il rapporto dell’uomo rispetto alal natura e agli dei.
– Cosmologia: la parola logos, interna al termine, fa prevalere l’analisi della struttura del cosmo inteso come entità totale.
Hai sempre sognato di fare l’astrofisico?
Fino a 12 anni ero convinto di voler essere pompiere come il mio bisnonno. Poi un libro fu galeotto… Mio zio aveva una biblioteca immensa ed io volevo leggere alcuni libri, lui – geloso dei suoi libri – per farmi desistere mi diede un libro di algebra, convinto che avrei lasciato perdere. Lo lessi tutto e mi piacque così tanto il simbolismo: cioè l’idea di rappresentare una cosa vera attraverso una semplificazione sublime che è, appunto, quella della modellizzazione. Buttare il superfluo per andare al nucleo essenziale.
Se vi state chiedendo cosa hanno in comune la visione scientifica del cosmo e i miti del passato, vi invitiamo a leggere il libro Cosmogonie e cosmologie… perché il punto di partenza è sempre la necessità di una domanda!
***Articolo a cura di Michela Crisci***