Manovra economica 2020. Massimo Garavaglia, deputato della Lega, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sulla manovra. “La fanno tutta complicata, alla fine vogliono spacciare come successi che le tasse restano come stanno: l’iva, la cedolare sugli affitti –ha affermato Garavaglia-. E’ una manovra semplicissima alla fine, metà buco e metà entrate. 14 miliardi di entrate sono tasse. C’è anche un falso in bilancio, uno spostamento all’anno venturo di circa 2 miliardi e mezzo che sarebbero competenza del 2019. Con la lotta all’evasione se un’azienda fa così rischia di andare nei guai seri, qui lo fa il governo, pensa come stiamo messi. E’ una manovra sostanzialmente restrittiva, perché drena 14 miliardi di entrate dai portafogli di aziende e famiglie. Con questa manovra si cresce zero, è un miracolo se arriva a 0,1. Loro sono divisi e litigano ogni quarto d’ora, però è una manovra anche divisiva nel Paese: mette i giovani contro gli anziani, i lavoratori dipendenti contro le partite iva”.

Sulla possibilità di una patrimoniale. “Sarebbe un’ulteriore misura recessiva. Se tu metti una patrimoniale i capitali scappano. E’ un classico della sinistra che aveva messo la tassa sulle barche e le barche sono andate da un’altra parte”.

Sulla proposta di legge per iscriversi sui social con un documento di identità. “E’ già un mondo dove i dati sono in mano a non si sa chi, i giganti del web hanno già in mano tutti i nostri dati. Da vecchio liberale sono un po’ refrattario a dare i miei dati in giro”.