A Prato arriva il ‘panino sospeso’. L’ideatrice: “Mi scrivono anche dall’estero per offrire un pasto ai bisognosi. Mi arrabbio quando dicono che non c’è più umanità, che non siamo più solidali, perché non è assolutamente vero. Qualsiasi attività può fare qualcosa, ad esempio le farmacie potrebbero mettere dei farmaci in sospeso”.
A Prato è arrivato il ‘panino sospeso’ per dare un pasto a chi è in difficoltà e non può permetterselo. L’idea è della ‘Panetteria da Sara’ che ha iniziato a mettere in sospeso il pane nel negozio. Si comprano due panini e si lasciano a chi non ha la possibilità di comprarne di tasca propria. Fa fede lo scontrino di tre euro affisso in bacheca. Per spiegare questa sua singolare iniziativa, la giovane fornaia Cecilia è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
“Ovviamente ho preso spunto dal caffè sospeso che nasce a Napoli –ha spiegato Cecilia-. L’idea però nasce da mia figlia di 5 anni, perché un giorno ci siamo trovate nella piazza del mercato di Prato e c’era una montagna di buste e verdura e c’erano tante persone lì a raccoglierle. Mia figlia mi ha chiesto cosa facessero e io le ho risposto che avevano fame, lei si è zittita. Questo mi ha fatto scattare la molla e ho deciso di avviare questa iniziativa per i bisognosi. Avevo già pensato di fare qualcosa, come ad esempio lasciare fuori il pane avanzato, ma non si poteva fare per questioni burocratiche. Battendo lo scontrino da 3 euro le persone hanno la possibilità di offrire due panini ai bisognosi, che possono scegliere come farcirli. Tante persone mi fanno battere gli scontrini sospesi, mi scrivono da tutta Italia, mi ha scritto anche una ragazza dalla Germania che vorrebbe farmi arrivare i soldi su un conto corrente e donare qualche panino sospeso. E’ una cosa commovente. Mi arrabbio quando dicono che non c’è più umanità, che non siamo più solidali, perché non è assolutamente vero. Le persone che vengono da me a prendere questi panini sono persone molto sole, che sono state abbandonate e non c’è nessuno che li aiuti. C’è bisogno di tutti. Qualsiasi attività può fare qualcosa, ad esempio le farmacie potrebbero mettere dei farmaci in sospeso”.