Preti sposati: il sinodo dei vescovi dice di sì agli sposati. E’ una novità che ha reso la Chiesa cattolica più contemporanea o no? “Il prete non si sposa è una legge ecclesiastica, non c’è niente di dogmatico – ha spiegato Don Domenico Repice a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – nell’ultimo secolo sono aumentate voci teologiche che evidenziano un collegamento tra il celibato del sacerdote e una legge divina. All’interno di una Chiesa cattolica esistono già dei preti sposati. In determinati riti cattolici, legati a Roma, esiste la presenza del sacerdozio uxorato. Questa apertura al sinodo è legata ad un’area geografica ben definita, dove la carenza dei sacerdoti è considerevole. Spesso sono talmente pochi che non riescono a celebrare l’eucarestia.”
I preti in passato…
All’interno della Chiesa ci sono “correnti, voci e tensioni, che sostengono questo non sia un cambiamento possibile – ha osservato il teologo Repice – sintetizzare un fenomeno ecclesiastico non è semplice. A proposito dell’apertura ai preti sposati è necessario ricordare che ci sono stati momenti storici del cristianesimo latino dove i preti dovevano sposarsi prima di intraprendere il percorso clericale: si doveva accedeva inizialmente al sacramento del matrimonio successivamente a quello clericale. Il dibattito, dunque, è molto acceso. La Chiesa avevano già affrontato determinate tematiche.”
Le chiese orientali
Preti sposati: nel caso delle “chiese orientali cattoliche la questione viene vissuta più serenamente. Molte di queste hanno subito la persecuzione comunista – si è congedato così il teologo Don Domenico Repice – l’unificazione tra celibato e vita sacerdotale fa parte di una vicenda storica millenaria che altre chiese, prima di noi, hanno vissuto diversamente. Per altre popolazioni, invece, la carenza di preti è un grande problema. Rispetto alla vicenda da cui siamo partiti, il Papa dovrà elaborare un post sinodale e fare una sintesi della richiesta avanzata.”