Migranti: il cibo che arriva sulle nostre tavole, il vino, la frutta che consumiamo, è coltivata, curata e prodotta soprattutto da mani straniere. Questi i risultati di un’indagine Idos. “Lavorano in nero, o grigio, cioè dichiarano una quantità di ore di lavoro inferiori a quelle effettive – ha spiegato il presidente del Centro Sudi e Ricerche Idos Luca Disciullo, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – un milione e mezzo di occupati stranieri è sottodimensionato: fa professioni operaie, poco qualificate e retribuite male. Abbiamo un mercato estremamente segmentato, separato molto rigidamente tra professioni qualificate, ben pagate, ben retribuite, e con privilegi che non riusciamo a superare, e altre pagate male.”
Le ripercussioni sui giovani laureati
Migranti: ci rubano il lavoro o sono disposti a professioni che non ci interessano? “E’ vero in parte che fanno lavori che non riusciamo a fare, molti di loro sono infatti sovra-istruiti. E’ vero anche che il mercato del lavoro italiano fa sentire i suoi effetti negativi sui giovani laureati – ha osservato Disciullo – le professioni più precarie, più sottopagate, con meno tutele, sono quelle che i giovani italiani si trovano a fare dopo gli studi, non è un caso che molti lasciano l’Italia perché all’estero fanno carriere diverse e più interessanti.”
Da dove vengono?
“Più di un quinto degli stranieri residenti in Italia è rumeno, a dispetto dell’invasione africana di cui si parla. La stragrande maggioranza di loro è, quindi, di provenienza europea, un milione di loro proviene dall’Africa, dall’Asia, la restante parte arriva dall’America Latina – si è congedato così il presidente Disciullo – inizialmente eravamo una destinazione di transito, successivamente siamo diventati una residenza stabile e adesso la tendenza è nuovamente cambiata. Le possibilità occupazionali sono sempre più difficili, e quelle poche opportunità che trovano sono gli scarti degli italiani, cioè quella fetta di attività che non vogliamo, non sappiamo fare e che alimenta gli interessi dei criminali.”