Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis (PD) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Sentenza Consulta non significa affatto far venire meno la peculiarità del fenomeno mafioso. A coloro che non si sono dissociati ma hanno dimostrato di aver rescisso ogni legame con l’organizzazione mafiosa, non è affatto detto che debbano essere estese le attuali discipline sui benefici. Il legislatore deve introdurre una disciplina che preveda altre condizioni. Carcere evasori metterà in crisi macchina giustizia? Non credo, le condotte che verranno sanzionate penalmente sono quelle molto gravi, di chi agisce con dolo per evadere il fisco, non di chi dimentica di fare un versamento”

Sul sistema carcerario italiano

 “C’è bisogno di fare investimenti e dare risposte d’organico e leggi, al tempo stesso però bisogna predisporre un intervento di carattere politico e culturale. Ci sono dati importanti sulla recidiva quando l’esperienza carceraria è in grado di sostenere un recupero e un reinserimento del detenuto nella società, in questi casi la recidività è molto bassa. Anche questo sono misure di sicurezza in quanto di prevenzione. Il tipo di trattamento nell’esecuzione della pena dovrebbe essere considerato misura di sicurezza”.

Riguardo la sentenza della Consulta sull’ergastolo ostativo

 “Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale. Una cosa però possiamo già dirla: la decisione della Corte, stando a quanto possiamo leggere dal comunicato stampa, da un lato rimuove una presunzione assoluta di pericolosità, ma questa apertura non significa affatto far venire meno la peculiarità del fenomeno mafioso e della criminalità connessa al fenomeno mafioso. Non credo si possa trarre né una sorta di esortazione a mitigare l’azione repressiva dello Stato, né si possa immaginare che per i soggetti sottoposti al 41 bis possano applicarsi le stesse procedure a livello di benefici che vengono applicate per gli altri casi. A coloro che non si sono dissociati ma hanno dimostrato di aver rescisso ogni legame con l’organizzazione mafiosa, non è affatto detto che debbano essere estese le attuali discipline, quindi io credo sarebbe ragionevole che il legislatore introducesse una disciplina che preveda altre condizioni, ad esempio un giudizio collegiale dei giudici di sorveglianza che non esponga a possibili pressioni e minacce i giudici stessi. Il fenomeno mafioso ha una specificità che giustifica risposte eccezionali”.

Secondo il magistrato Albamonte con il carcere per gli evasori la macchina della giustizia rischia il caos

 “Questo governo è attento alle considerazioni che vengono da chi conosce bene la materia. Non penso però che le misure previste rischino di paralizzare l’amministrazione della giustizia. Le condotte che verranno sanzionate penalmente sono quelle molto gravi, di chi agisce con dolo per evadere il fisco, non di chi dimentica di fare un versamento. Dopodichè, nel corso del dibattito parlamentare, quando vengono avanzate critiche e preoccupazioni, io sono perché si cerchi di dare attenzione a queste critiche e si cerchi di dare una risposta”.