Aggressività: possiamo esprimerla “col linguaggio, nei movimenti, nelle azioni – ha osservato Caterina D’Ardia, neuropsichiatra infantile, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – per un genitore è possibile capire se i figli travalicano il limite a seconda dell’età. Non si nasce buoni o cattivi, si nasce con delle variazioni emotive che possono manifestarsi a seconda delle varie situazioni.”

Le cause

Aggressività: le cause sono di “indubbia base genetica e poi ci sono altre ragioni di natura ambientale. Un bambino, e una persona, che vive in un ambiente dove il tono della voce è sempre alto, tutto passa per discussioni sopra le righe, l’insulto, l’umiliazione dell’altro è quello che apprende rispetto alle relazioni.  Quando il bambino non riesce a spiegare a parole il suo stato d’animo agisce attraverso il comportamento, o col corpo e per forza di cose quando non riesce a verbalizzare quello che vuole diventa aggressivo – ha aggiunto la professoressa D’Ardia – altro discorso è la rabbia: si può essere arrabbiati perché il gioco non funziona, perché la mamma non ci ha portati da una parte… Il legame tra aggressività e rabbia c’è, ma non necessariamente un bambino che ha scatti di rabbia diventa una persona aggressiva.”

L’epoca dell’aggressività

Quante volte avete sentito storie e persone aggredite? Quante volte la violenza è stata protagonista di un problema tra adulti? Basti pensare alle discussioni tra condomini, o a litigi di altra natura. “La nostra è un’epoca dove l’aggressività è il sentimento che spaventa di più, negli adulti può essere fisica o verbale – si è congedata così la neuropsichiatra D’Ardia – sui social il livello di aggressività si è alzato ultimamente in modo esponenziale. Noto però che è più facile essere aggressivi in 140 caratteri che mantenere il punto. L’aggressivo spesso è un bullo, o una persona vittima di bullismo.”

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