Altri sei mesi di indagini, 180 giorni per cercare di arrivare ad una verità sui depistaggi legati all’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin: uccisi il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia. Lo ha deciso nei giorni scorsi il gip di Roma Andrea Fanelli rigettando, per la seconda volta, la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma e disponendo una nuova tranche di indagini. Se ne è parlato a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus, al microfono del nostro Fabio Camillacci è intervenuto l’avvocato Giulio Vasaturo che nell’inchiesta rappresenta, Usigrai, FNSI e Ordine dei giornalisti.
Le parole dell’avvocato. Giulio Vasaturo ha detto: “E’ chiaro che è un percorso ancora lungo ed estremamente complesso e dagli esiti tutt’altro che certi. Però noi abbiamo il dovere etico e professionale di coltivare e inseguire questa speranza e lo dobbiamo fare soprattutto nel ricordo di Giorgio e Luciana Alpi, i genitori di Ilaria, che ci hanno illuminato questo sentiero e che hanno lottato per la verità fino all’ultimo dei loro giorni. E’ innegabile che la strada è dura, ancor più dura perchè sono passati ben 25 anni e perchè si tratta di un duplice omicidio che si è consumato in un Paese straniero molto lontano da noi. Ma tutto questo non ci deve impedire di alimentare la prospettiva concreta di arrivare a individuare gli esecutori e i mandanti del duplice delitto e anche a individuare chi in questi anni ha depistato le indagini”.
La strategia investigativa e la precisazione su Rostagno. Il legale di Usigrai, FNSI e Odg ha aggiunto: “Noi procederemo con una serie di accertamenti investigativi molto precisi; si tratta di una molteplicità fatta di atti istruttori, escussione di testimoni, acquisizione di documenti e approfondimento di fonti e scenari investigativi che porteranno il pubblico ministero in questi 6 mesi a riprendere in mano l’inchiesta a 360 gradi, quindi senza impedire alcun initerario investigativo. E il gip nella sua ordinanza è stato molto esplicito, nel segnare come il pm abbia l’obbligo giuridico e morale di riaprire e continuare le indagini anche fornendo piste del tutto nuove e inedite. Voglio però precisare che al momento, almeno per quelli che saranno gli accertamenti immediati, non c’è un collegamento tra la vicenda dell’omicidio di Mauro Rostagno e l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin come invece è sembrato sulla base di alcune semplificazioni giornalistiche. In realtà prevediamo soltanto un approfondimento investigativo su talune realtà su cui anche Rostagno indagò e su alcuni scenari emersi anche nel processo Rostagno”.
Le richieste alle istituzioni. Vasaturo ha concluso dicendo: “Posso confermare una cosa: Ilaria e Miran furono uccisi perchè erano andati a Mogadiscio per approfondire diversi scenari criminali legati al traffico illecito di rifiuti, al traffico di armi e alla malversazione dei fondi per la cooperazione internazionale per sostegno allo sviluppo della Somalia elargiti dall’allora governo italiano in maniera estremamente generosa e finiti poi ai ricchi potentati locali. Ecco perchè a breve -ha concluso l’avvocato Vasaturo- incontreremo il presidente della Camera Roberto Fico per chiedere di rendere disponibili a inquirenti e opinione pubblica tutti i documenti ancora coperti da segreto; inoltre, solleciteremo la Commissione parlamentare sulle ecomafie a rilanciare l’impegno investigativo”. L’auspicio è che dopo ben 25 anni possano venire alla luce le tante verità nascoste.